La Corte di Cassazione lo scorso ottobre ha rimandato in appello i quattro imputati per la violenza sessuale e la morte di Desireé Mariottini. Il caso di cronaca risale all’ottobre del 2018, quando la 16enne venne prima drogata con un mix di sostanze stupefacenti e, poi, abusata sessualmente per essere, infine, abbandonata a se stessa, incosciente ed inerme, all’interno di un palazzo abbandonato in via dei Lucani, a Cisterna di Latina.
Secondo il primo grado di giudizio, Desirée Mariottini fu drogata, violentata e uccisa da quattro persone, tutti nordafricani, accusati a vario titolo per la vendita delle sostanze stupefacenti, gli abusi ed, ovviamente, l’omicidio. Secondo la prima sentenza, Mamadou Gara venne condannato all’ergastolo per l’omicidio, similmente a Chima Alino, mentre Brian Minthe ottenne una condanna a 24 anni e mezzo per la cessione delle sostanze ed, infine, Yousif Salia all’ergastolo per l’omicidio e la violenza sessuale. Tuttavia, la Cassazione ha disposto un nuovo rinvio a giudizio per i quattro accusati dell’omicidio di Desirée Mariottini, ritenendo dubbie la posizioni di tutti e quattro che dovranno essere ridiscusse con conseguente ricalcolo della pena.
L’opinione della Cassazione sulla morte di Desirée Mariottini
Insomma, secondo la Cassazione rimane vero che Desirée Mariottini morì a causa di una “lunga sequenza di eventi criminosi“, così come che “gli imputati erano a conoscenza delle condizioni di estrema debilitazione psico-fisica della minore prima di morire, essendo stata l’overdose provocata dalla reiterata somministrazione di sostanze stupefacenti avvenuta all’interno di locali in cui erano presenti”.
Consapevolezza ribadita dal “tentativo di rianimare Desirée Mariottini, schiaffeggiandola, versandole acqua sul viso e facendole ingerire una miscela di acqua e zucchero, fino a quando, resisiconto di non essere in grado di farla riprendere, la lasciavano agonizzante sul letto della stanza dove veniva trovata priva di vita”. A fronte di tutto ciò, però, secondo la Cassazione Gara non era presente sulla scena dell’omicidio, essendosi allontanato dal palazzo poco prima della morte di Desirée Mariottini. Gli altri tre imputati, invece, hanno concorso all’omicidio, ma per quanto riguarda Minthe e Salia è caduta l’accusa di violenza sessuale, che dunque rimarrà in carico solamente a Gara e Alinno.