LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE È IN AUMENTO: COSA DICE L’ULTIMO SONDAGGIO DI PAGNONCELLI SULLA GIORNATA DEL 25 NOVEMBRE
Il 61% degli italiani intervistati dal sondaggio di Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera” è convinto che la violenza sulle donne sia un “fenomeno” in preoccupante aumento: la grancassa mediatica che ha fatto seguito al terribile caso di Giulia Cecchettin – così come la concomitante giornata internazionale per l’eliminazione della violenze contro le donne del 25 novembre – hanno reso il tema dei cosiddetti “femminicidi” al centro del dibattito politico, culturale e sociale nelle ultime settimane.
Nelle indagini svolte dal sondaggio Ipsos tra il 21 e il 23 novembre scorsi, emerge appunto come il 61% degli intervistati, con poche differenze fra uomini e donne, ritengano in aumento episodi di violenze di genere: i giovani sono meno convinti di tale ‘espansione’ mentre il 43% complessivo dei rispondenti al sondaggio ritiene che l’origine di violenze e femminicidio sia da imputare a motivi culturali, «il ruolo della donna è ancora troppo spesso considerato subalterno a quello degli uomini». Il 27% invece sottolinea come una causa andrebbe ricercata nei motivi fisiologici e psicologici degli uomini: in loro «il tasso di violenza è superiore a quello delle donne e faticano a controllarlo». Da ultimo, il 12% dà la colpa a motivi economici in quanto le donne «faticano ad allontanarsi da uomini violenti a causa di condizioni economiche e stipendi inferiori».
PATRIARCATO, CAUSE, VIOLENZE: I DATI DEL SONDAGGIO E IL CONTRASTO AL FEMMINICIDIO
È interessante però quanto mostrato dal sondaggio Ipsos di Pagnoncelli per quanto riguarda i giudizi degli italiani davanti all’accusa di un patriarcato maschilista all’origine dei femminicidi e in generale della violenza contro le donne: ebbene, su questo l’elettorato si spacca nettamente in due, con il 50% che “sposa” la linea di Elena Cecchettin, la sorella della povera Giulia, contro la cultura del “patriarcato”. Vi è però un altro 50% che invece non si dice d’accordo a ritenere tutti gli uomini in qualche modo “corresponsabili” alle nefandezze compiute da alcuni contro le rispettive donne.
Secondo i dati citati da Pagnoncelli sul “Corriere”, «la maggioranza relativa dei maschi tende ad autoassolversi. Ed è interessante che lo facciano in misura più rilevante gli ultracinquantenni, in gran parte socializzatisi negli anni ’70 e ’80 pervasi dai movimenti di liberazione e dagli influssi del ’68 e quindi più convinti di aver combattuto le incrostazioni patriarcali». Ultimo tema riguarda le modalità per contrastare questa cultura di violenza: il 35% ritiene opportuno intervenire sugli uomini mediante interventi educativi che rafforzino l’informazione e la prevenzione, mentre il 28% considera più efficace ancora «intervenire sugli uomini con interventi securitari (inasprimento delle pene e maggiori controlli sull’effettiva applicazione)», da ultimo in maniera più minoritaria viene consigliato un intervento educativo e di sostegno alle stesse donne per difendersi dagli uomini violenti.