Non bisogna far cassa sulle pensioni: il governo deve tornare indietro per Luigi Sbarra. Il segretario generale della Cisl a Repubblica anticipa la richiesta che porterà al tavolo tra sindacati e governo martedì. L’intervento «non era stato né preannunciato né negoziato», quindi auspica che la premier Giorgia Meloni ricambi «la serietà e la responsabilità che il nostro sindacato ha mostrato». Ma precisa che la linea del dialogo, che differenzia la Cisl da Cgil e Uil, non cambia. «Gli altri sindacati mescolano rappresentanza sociale e opposizione politica».
Ma venerdì 22 dicembre ci sarà lo sciopero unitario con Cgil e Uil per il rinnovo del contratto del commercio. Questo perché tra i sindacati resta «una convergenza unitaria sulle grandi piattaforme, come fisco e pensioni, e continuiamo a stare insieme nei rinnovi dei contratti». Invece, divergono sul giudizio dei risultati. «Noi pensiamo che sulla legge di Bilancio, oltre a ragionare sulle ombre, sia sbagliato non valorizzare le luci, specie se coerenti con le richieste che abbiamo avanzato. Penso al taglio del cuneo o agli 8 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici», aggiunge Sbarra.
SBARRA SUI SINDACATI “SI MISCHIA RAPPRESENTANZA E OPPOSIZIONE POLITICA”
Nel frattempo, il ministro Matteo Salvini continua a precettare. A tal proposito, Luigi Sbarra spiega a Repubblica che «il dibattito è stato trascinato sul piano della polemica politica e sociale, mentre tutti farebbero meglio a lasciare le valutazioni alla Commissione di garanzia, un organismo tecnico e autonomo». Per il segretario generale della Cisl le regole sono chiare e il sindacato che guida le ha sempre rispettate. «Vedo una tendenza a mescolare rappresentanza e opposizione politica, un collegamento che fa male al mondo del lavoro». C’è rispetto da parte di Sbarra per gli altri sindacati, d’altra parte non accetta «lezioni e impostazioni egemoniche», anzi ha un consiglio: «Dobbiamo misurarci sul terreno del pragmatismo e della responsabilità».
A proposito di ciò, si aspetta che il governo la ricambi. «Quelle misure non erano state anticipate né negoziate, ora bisogna recuperare il pieno rispetto delle relazioni sindacali». Nello specifico, Barra chiede di ritirare l’articolo 33, «che penalizza le future pensioni di medici, infermieri, personale degli enti locali, maestri d’asilo». A Meloni chiede di spiegare la ricetta per rilanciare la sanità, alla luce della grande fuga di operatori sanitari, mentre Giorgetti deve spiegare «come pensa di attuare il Pnrr se gli enti locali si svuotano di personale».
“NON CI SONO RISORSE? SI POSSONO RECUPERARE”
Ci sono già delle mobilitazioni annunciate, ma c’è anche una discussione aperta. Di sicuro, Luigi Sbarra si aspetta risposte dal governo martedì. Per quanto riguarda la legge di Bilancio, c’è anche una critica sulla mancata crescita. «Dicono che non ci sono risorse, ma secondo noi si possono recuperare: serve una vera lotta all’evasione, senza più condoni; bisogna chiedere un contributo di solidarietà alle multinazionali che hanno continuato ad aumentare gli utili; bisogna alzare il prelievo su grandi rendite finanziarie e immobiliari, tassate meno del lavoro». Questo però non basta, serve di più per il segretario generale della Cisl. Bisogna andare oltre la legge di Bilancio: «Serve un nuovo patto sociale per la crescita sostenibile, la produttività e la qualità del lavoro, che tenga insieme governo, sindacati e imprese».
Questo patto deve servire a rafforzare la contrattazione e a difenderla da eccessive ingerenze legislative. Deve anche incentivare «la partecipazione dei lavoratori a gestione e profitti delle aziende: su questo lunedì presenteremo alla Camera la nostra legge di iniziativa popolare». Infine, sul piano di privatizzazioni del governo, Sbarra è critico: «Le anticipazioni che leggiamo riportano alla memoria scelte sbagliate del passato: se l’idea è svendere ci metteremo di traverso. Vogliamo che le scelte siano discusse in Parlamento e con le parti sociali».