La strategia francese per l’energia e il clima, che definisce i principali orientamenti energetici per i prossimi anni, è stata pubblicata mercoledì 22 novembre: il futuro della biomassa nel sistema energetico resta però incerto. Questo concetto designa, in termini di energia, tutte le risorse organiche provenienti dalle foreste, dall’agricoltura e dai rifiuti che possono produrre riscaldamento, gas o carburante. Questi possono includere sottoprodotti del legno immessi nelle reti di riscaldamento; residui colturali ed effluenti zootecnici che forniscono metanizzatori; colture di barbabietole, cereali, paglia o anche stocchi di mais trasformati in etanolo o biodiesel, spiega Le Monde. Nessuno scenario di neutralità carbonica può essere raggiunto senza l’uso di queste materie prime. Per ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas, e quindi le emissioni di gas serra, l’uso della biomassa è essenziale secondo gli studiosi.
“Per eliminare i fossili, che rappresentano oltre il 60% del nostro mix energetico, gran parte degli usi saranno elettrificati” riassume Jules Nyssen, presidente dell’Unione delle energie rinnovabili. Questa risorsa è rinnovabile, non è illimitata, soprattutto perché i suoi principali giacimenti sono indeboliti dal riscaldamento globale. “Il governo è abituato ad aumentare il numero di turbine eoliche, reattori nucleari… Ma questo non funziona con la biomassa, che viene rinnovata solo in misura limitata ogni anno”, spiega ancora Michel Dubromel, responsabile energetico di France Nature Environment. La maggior parte delle organizzazioni ha così rivisto al ribasso le proprie proiezioni di utilizzo delle bioenergie nei propri piani di transizione: è il caso del gestore della rete di trasmissione elettrica RTE, delle associazioni professionali ma anche dell’Agenzia internazionale per l’energia.
Dalla Francia: le risorse di biomassa possono raddoppiare
La Francia dovrebbe concentrarsi su un aumento dell’uso della biomassa entro il 2050, meno significativo di quello previsto finora, spiega Le Monde. Le proiezioni dell’esecutivo si basano in particolare sul lavoro dell’Agenzia per la transizione ecologica.“Crediamo che esista il potenziale per raddoppiare le risorse di biomassa, ma solo a determinate condizioni”, spiega Jérôme Mousset, direttore della bioeconomia e delle energie rinnovabili di Ademe. “Abbiamo bisogno di una trasformazione abbastanza forte dei sistemi agricoli, di uno spostamento verso diete maggiormente a base vegetale e di un cambiamento nelle pratiche selvicolturali, in particolare nelle foreste private” sottolinea ancora. Sul fronte forestale, il governo conta ancora su un aumento del raccolto di legname entro il 2030, come spiega ancora Le Monde.
Il governo sarebbe però preoccupato che il declino del bacino di assorbimento del carbonio delle foreste stia impedendo alla Francia di raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni nette nel 2030. La ONG Canopée e diversi scienziati ritengono che “non sia più possibile chiedere di più alla foresta”. “Con la mancanza d’acqua e lo stress idrico, non vedo non come migliorerà la crescita biologica degli alberi nei prossimi anni” spiega Sylvain Angerand, coordinatore della campagna Canopée. “La priorità deve essere quella di preservare il deposito di carbonio e adeguare i prelievi in base al suo degrado o al suo ripristino, e non scommettere subito su un aumento del raccolto” sottolinea ancora. Secondo il Ministero della Transizione Energetica, è soprattutto nei campi che si trova il maggior potenziale di incremento della biomassa: qui si trovano infatti residui colturali, effluenti zootecnici e legno proveniente dalla potatura delle siepi che potrebbero essere meglio valorizzati.