Eni ha recentemente annunciato l’ammissione del progetto integrato CCS (Carbon Capture and Storage) Callisto di Ravenna nella lista europea di Progetti di Interesse Comune. Un riconoscimento importante e che apre le porte, dopo l’iter in corso in questo momento, all’accesso al fondo Connecting Europe Facility finalizzato all’ottenimento di finanziamenti a fondo perduto per supportare gli studi e lo sviluppo delle infrastrutture.
Il progetto CCS Callisto di Ravenna di Eni consiste concretamente in un hub di stoccaggio della Co2, fondamentale per i processi di decarbonizzazione delle industrie maggiormente inquinanti. Al progetto collaborano anche Snam ed Air Liquide, con l’obiettivo comune di sviluppare una catena di valore nell’Europa sud-occidentale focalizzandosi sulla decarbonizzazione delle aree industriali italiane, a partire da quella di Ravenna e Ferrara e dell’Hub di Fos-Marseille, in Francia. Oltre al progetto CCS Callisto di Ravenna promosso da Eni, sono stati inseriti nella lista dei Progetti di Interesse Comune anche altri 13 progetti dedicati alla cattura e allo stoccaggio della Co2, mentre per il solo progetto italiano partecipato ben 16 aziende operanti nei settori industriali “Hard to Abate”, come cementifici, fertilizzanti e acciaierie.
Cos’è il progetto CCS di Ravenna promosso da Eni
Insomma, il progetto CCS di Ravenna di Eni punta a creare un vero e proprio hub per lo stoccaggio della Co2, al fine di ridurre impatto ambientale di numerose aziende inquinanti, trattenendo l’anidride carbonica in eccesso. L’hub di Ravenna dovrebbe contenere oltre 500 milioni di tonnellate di anidride e dovrebbe essere il punto di partenza del più grande network all’interno del Mediterraneo per la raccolta e la gestione della Co2.
L’avvio della Fase 1 del progetto CCS Ravenna da parte di Eni è previsto per l’inizio del 2024 con l’iniezione ai fini dello stoccaggio permanente di 25 mila tonnellate all’anno di Co2, catturate dalla centrale a gas di Casal Borsetti. La Fase 2, il cui avvio è previsto entro il 2026, consentirà di raggiungere una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate all’anno al 2030 ed ulteriori espansioni potranno portare i volumi fino a 16 milioni di tonnellate di Co2 annuali. Eni, infatti, ha sviluppato una vasta esperienza nello stoccaggio di gas in giacimenti esauriti nel corso di molti decenni e intende valorizzare le proprie competenze per riconvertire parte delle infrastrutture esistenti in hub di stoccaggio e proprio per questa ragione il CCS di Ravenna favorirà una filiera altamente tecnologica, valorizzando le competenze e capacità realizzative locali e più in generale del Paese.