“PREGHIERA ROSARIO VIETATA DAVANTI ALLA SEDE PSOE IN CALLE FERRAZ”: COS’È SUCCESSO E PERCHÈ
Vietare la preghiera del rosario in pubblico (davanti alla sede del PSOE) è un primo inquietante passo che lede il diritto della libertà religiosa: attenzione, se da un lato è inesatto dire che da oggi in Spagna “non si può più pregare il Santo Rosario in pubblico”, dall’altro quanto avvenuto nella centralissima Calle de Ferraz a Madrid in questi giorni mette le decisioni del neonato secondo Governo Sanchez consecutivo sul “banco degli imputati”.
Tutto ha inizio con le prime sparute sedute di preghiera “pubblica” del Santo Rosario sulle scale del Cuore Immacolato di Maria, una parrocchia vicino alla sede del PSOE a Madrid: l’iniziativa è nata da un’idea di José Andrés Calderón, convinto che il Governo di estrema sinistra nato con l’appoggio degli indipendentisti catalani non possa portare sviluppo e libertà nella Spagna del futuro. Convinto inoltre che la salvezza della Spagna possa passare dalla preghiera, Calderon da settimane prega ogni pomeriggio con centinaia di fedeli che sempre più si assiepano su quelle scale. Il “caso Ferraz” arriva però alle cronache nazionali quando un provvedimento del Governo Sanchez arriva a vietare quelle riunioni pubbliche, confermato poi dalla sentenza della Camera Contenzioso-Amministrativa della Corte Superiore di Giustizia (TSJ) di Madrid. La Delegazione del Governo ha deciso di impedire le sedie di preghiera in pubblico, comprendendo che la via d’emergenza invocata da Calderón per comunicare la celebrazione degli eventi «non era giustificata». Tanto la Procura quanto l’Avvocatura di Stato hanno poi difeso la scelta del Governo bocciando i ricorsi presentati da Calderon.
ROSARIO VIETATO IN PUBBLICO: LA DENUNCIA DEI PROMOTORI E DELL’OSSERVATORIO SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA
Secondo la sentenza, alla quale ha avuto accesso “ACI Prensa” in Spagna, Calderón ha sostenuto che «vietare ad alcune decine di persone di incontrarsi per pregare, pacificamente, senza ostacolare la circolazione delle persone e dei veicoli, non è una misura necessaria, nel senso della sentenza di indispensabilità, per garantire l’ordine pubblico, e molto meno proporzionale in senso stretto». In risposta al divieto del Rosario nella parrocchia vicina alla sede del Partito socialista spagnolo, diversi appelli e altri momenti di preghiera sono scattati in tante città di Spagna anche oltre Madrid.
In un’intervista rilasciata ad Infocatolica, María García – presidente dell’Osservatorio per la libertà religiosa – denuncia il Governo Sanchez di avere limitato la libertà religiosa: «Il diritto alla libertà religiosa è un diritto sia individuale che collettivo. Un credente dovrebbe avere la libertà di pregare quando e come vuole. Così come è un abuso della libertà religiosa il fatto che non si possa pregare davanti a una clinica per aborti». Come è successo in questi giorni, chi si trovava a pregare il Rosario in Calle de Ferraz (e non solo) veniva minacciato dalla polizia di arresto: «il governo sta violando la libertà religiosa e da parte della società civile dobbiamo fare pressione affinché i diritti dei credenti siano rispettati. Questo è un attacco alla libertà religiosa, quindi lo includeremo nel Rapporto sugli attacchi alla libertà religiosa 2023».
Quanto messo in campo dalle politiche del Governo Sanchez, conclude ancora Garcia, è un precedente molto grave che potrà dare adito a prossimi provvedimenti ancora più repressivi: «mi aspetto che vieterà di pregare anche sulle porte delle chiese di Madrid. Serve una massiccia azione di preghiera: quando vengono violati i diritti fondamentali, dobbiamo unirci per difenderli, e perché tutto ciò venga rimbalzato dai media, un’azione massiccia è proprio necessaria». Intervistato da “Gazeta.es” è molto netto anche lo stesso Calderon nel denunciare quanto vietato dal Governo sulla preghiera del Rosario: «Il governo di Pedro Sánchez non vuole solo distruggere la Spagna, ma tutto ciò che ciò implica. E questo ci porta inesorabilmente all’attacco alla Chiesa, al cattolicesimo. Ecco perché non c’è niente di meglio che pregare la Vergine Maria, perché tutte le grandi battaglie sono state vinte con un Rosario in mano». Laddove si arrivi a considerare l’unica preghiera garantita solo nelle chiese o nelle case, conclude il giurista promotore dell’iniziativa sul Rosario, «credo che i cattolici abbiano il dovere di uscire per le strade, di avere un ruolo importante nella vita pubblica, perché è per questo che siamo cattolici».
Rosario en Ferraz. Gracias valientes por vuestro testimonio de fe. ¡Unidos en la oración! pic.twitter.com/040642Vp2d
— José Castro Velarde (@JoseCastroVelar) December 4, 2023