Nonostante Spotify stia registrando numeri positivi alla luce del fatto che l’industria discografica stia andando molto bene a livello globale, l’azienda ha deciso di tagliare il 17 per cento della propria forza lavoro, per un totale di ben 1.500 persone. Ne parla stamane il quotidiano Il Sole 24 Ore, che racconta de “lo stesso film che abbiamo visto per Big Tech all’inizio di quest’anno”. La comunicazione a coloro che dovranno lasciare il proprio posto di lavoro è giunta nella giornata di ieri ed oggi incontreranno i rispettivi responsabili delle risorse umane. Si tratta, fa notare ancora Il Sole 24 Ore, del terzo taglio al personale a Spotify da inizio anno dopo il 6 per cento di gennaio e il 2 per centi di giugno.
«Mi rendo conto che per molti una riduzione di questa portata sembrerà sorprendentemente ampia, data la nostra recente trimestrale e la nostra performance», commenta Daniel Ek, fondatore e CEO di Spotify, colosso svedese che è quotato anche a Wall Street «Abbiamo discusso di eventuali riduzioni minori nel corso del 2024 e del 2025. Tuttavia, considerando il divario tra il nostro obiettivo finanziario e i nostri attuali costi operativi, ho deciso che un’azione sostanziale per ridimensionare i nostri costi era l’opzione migliore per raggiungere i nostri obiettivi» anche se si tratta di un taglio «incredibilmente doloroso per il nostro team». Quindi il CEO di Spotify ha proseguito: «oggi abbiamo ancora troppe persone dedite a sostenere il lavoro e persino a lavorare attorno al lavoro piuttosto che a contribuire a opportunità con un impatto reale», mentre sarebbe «necessario che più persone si concentrassero sui risultati per i nostri principali stakeholder: creator e ascoltatori».
SPOTIFY, ANNUNCIA LICENZIAMENTI: “REINVESTIREMO MEGLIO I PROFITTI”
Di conseguenza bisognerà adottare una «struttura più snella» che «ci consentirà anche di reinvestire i nostri profitti in modo più strategico nel business» ora che «la crescita economica ha rallentato drasticamente e il capitale è diventato più costoso. Questo – ha concluso – non è un passo indietro; è un riorientamento strategico. Siamo ancora impegnati a investire e fare scommesse coraggiose, ma ora, con un approccio più mirato, garantendo la continua redditività e la capacità di innovazione di Spotify».
Nel terzo trimestre del 2023 l’azienda ha registrato un utile operativo di 32 milioni di euro, il primo dato positivo dal 2021, ottenuto anche grazie ad una riduzione dei costi di marketing e del personale. Il Sole 24 Ore sottolinea anche altri dati ancora più sorprendenti, quelli della crescita oltre ogni aspettativa con una stima di 601 milioni di ascoltatori, mentre il business è salito a 26,2 miliardi di dollari nel 2022, mentre nel 2030, secondo Goldman Sachs, dovrebbe toccare le vette degli anni Novanta nel mondo della musica e della discografia, numeri pazzeschi quindi. Nel frattempo Spotify sta investendo nell’intelligenza artificiale e Il Sole 24 Ore chiosa: “Nessuno ci dirà mai se l’Ai farà pure un pezzo del lavoro di questi 1.500 dipendenti che vanno a casa”.