Peter Gabriel, celebre frontman dei Genesis fino al 1975 quando decise di lasciare la band e Phil Collins prese il suo posto, si è raccontato sulle pagine del Corriere della Sera, raccontando il suo nuovo album e ricordando il passato. Sui Genesis racconta che “abbiamo tanti bei ricordi”, ragione per cui ha deciso di partecipare, come spettatore, al loro ultimo concerto lo scorso anno, del quale parla come di “un misto di tristezza, calore, amicizia, anche se non è più la mia band”.
Rimanendo nel tema dei Genesis, Peter Gabriel ricorda che “sono nati quanto eravamo studenti e abbiamo lavorato sodo per far partire le cose”, mentre sul suo ruolo racconta, forse ironicamente, che “ero quello che rompeva le scatole: non erano tutti così consapevoli che dovevamo pagare le bollette o trovare date. Ci sono state due o tre occasioni in cui non sembrava che saremmo riusciti ad andare avanti, quindi il primo successo è stato bellissimo“. Un percorso, ricorda Peter Gabriel, che li ha portati spesso anche in Italia, soprattutto “in estate quando in Inghilterra non c’era lavoro. Suonavamo in discoteche, campi da calcio, teatri, ovunque ci pagassero”.
Peter Gabriel: “Internet e social ci distraggono dalla vita”
Andando, poi, avanti nella sua intervista Peter Gabriel ha parlato anche del nuovo album recentemente pubblica con il titolo “I/O” ed uscito a distanza di vent’anni dal precedente. Nel disco, come in molte altre occasioni in passato, il cantante ha riflettuto sul tema dell’interconnessione tra gli esseri umani, accentuata dai social e da internet, ma anche del tempo che scorre inesorabilmente.
“Internet e i social“, riflette Peter Gabriel, “ci permettono di stare connessi, ma chiedono anche la nostra attenzione per guadagnare soldi”, mentre nella vita vera “c’è qualcosa di molto più grande di quel che vediamo”. Mentre dal tempo che passa sostiene di aver imparato “che corri meno veloce e impari a dire più no alla gente. Forse impari anche a essere di più te stesso”. Ricordando, infine, la sua presenza nel corso di Sanremo del 1983, Peter Gabriel ricorda che è diventato “famoso per la scena in cui mi sono lanciato sul pubblico con una corda, ma poi ho rischiato di farmi molto male, schiantandomi sul palco”.