Mary Elise Sarotte, docente di storia contemporanea, ha riflettuto sull’Ucraina e sulla guerra contro la Russia sulle pagine del Die Welt tedesco, in particolare dal punto di vista del ruolo della NATO. Ci tiene, innanzitutto, a sottolineare come l’espansione dell’Alleanza, che secondo Mosca sarebbe una delle cause dietro alla recente invasione del territorio di Kiev, non c’entra in realtà nulla con l’attuale guerra.
Più che un problema per l’Ucraina, l’espansione della NATO verso Est è stata “una buona cosa se non altro per gli Stati dell’Europa centrale e orientale”, soprattutto per il perseguimento del principio di autodeterminazione, che la stessa Russia firmò, senza aspettarsi “che ciò accadesse davvero. Poi quegli stati hanno voluto entrare nella NATO e sono stati accettati”. All’epoca più che l’adesione esisteva il “Partenariato per la pace” che permetteva a stati come l’Ucraina di accedere rapidamente all’alleanza nel caso di crisi, ma con un processo latente e attivabile solo all’occorrenza, passando poi su spinta di Clinton all’articolo 5 sulle garanzie di sicurezza. “Questo fu negativo per Kiev“, spiega la storica, “che sarebbe stata esclusa. Aveva, inoltre, consegnato a Mosca le sue armi nucleari [in cambio] dell’integrità territoriale”. Kiev, tuttavia, “divenne apparentemente meno importante per l’Occidente”.
Sarotte: “Ora si acceleri l’ingresso dell’Ucraina nella NATO”
La soluzione per l’Ucraina, analizza ancora la storica, è l’esempio della Repubblica Federale Tedesca. Appena Kiev riuscirà “a stabilire confini fissi e difendibili militarmente”, suggerisce, “noi occidentali dovremmo portare avanti la ‘pace senza Putin‘”, nella speranza che un giorno si riuscirà ad unificare il territorio che Kiev reclama come suo, ma iniziando a lanciare un messaggio chiaro a Mosca con la protezione della NATO.
“Dal primo giorno di adesione dell’Ucraina alla NATO”, spiega Sarotte, “i caschi blu spareranno da lì se i russi continueranno ad attaccare. La divisione della Germania non è stata una buona cosa”, sottolinea tornando al modello federale tedesco, “ma legandosi all’Occidente, insieme alla sua Ostpolitik, la RFT ha superato con successo la Guerra Fredda”. Ipotesi questa che dovrebbe anche scongiurare il pericolo di una guerra tra la Russia e il mondo interno, con l’Ucraina coperta dalla NATO, perché anche all’epoca della Germania divisa “c’era il rischio di una guerra sul confine, ma non è successo perché l’Occidente ha dato prova di forza“.