Renato Zero nei prossimi giorni farà uscire il suo nuovo e 34esimo disco, Autoritratto, composto come sempre da brani inediti. Presentando il suo lavoro in conferenza stampa con i giornalisti, il cantante si è detto emozionato della nuova uscita, sottolineando che “non mi sarei minimamente aspettato di sentirmi chiamare maestro da ragazzi di sedici anni“, a riprova della sua enorme celebrità accumulata in 70 anni di carriera.
“È un ruolo”, quello del maestro, che Renato Zero confessa di non sentirsi “di ricoprire, ma ho raggiunto dei traguardi che non avrei mai pensato. Il mio è stato un gioco diventato professione e una specie di pronto soccorso: le canzoni hanno guarito molti mali delle persone”. Ora, però, il Re dei Sorcini sostiene di essere arrivato ad un nuovo punto della sua carriera e della sua vita, sottolineando che il tour per il prossimo album sarà in chiave minimalista, perché, spiega Renato Zero, “un clown che si toglie il trucco, comunque, i colori li ha dentro, ormai fanno parte del suo intimo”.
Renato Zero: “Non è la trap a rendere violenti i giovani”
Parlando poi dell’attualità, Renato Zero ci tiene a smentire la percezione comune che siano i testi violenti della trap a rendere aggressivi i ragazzi. Infatti, spiega che “i veri responsabili di quei testi non sono i ragazzi, loro sono vittime di certe normative e della non educazione di certe famiglie. Se il padre dice alla madre ‘sei una zoccola’, è ovvio che poi questa violenza si ripercuote nei testi dei figli”.
L’attualità, inoltre, secondo Renato Zero, rappresenta un momento in cui “non dobbiamo rimanere tra quattro mura a piangerci addosso, magari guardando una tv vergognosa“, alla quale “diamo tempo e importanza eccessivi. È un giro vizioso, dove non siamo più attori ma spettatori impotenti proprio perché ci manca quel minimo di coraggio che sarebbe necessario per riacquistare identità. La persona è sparita”. Sui femminicidi, invece, Renato Zero sostiene che “le donne pagano per tutto ciò che gli uomini non riescono a realizzare e subiscono tutta la loro rabbia. Se gli uomini potessero partorire”, sottolinea, “non succederebbero certe cose”.