La Russia punta alla gestione dei flussi dei migranti in Africa, una potenziale arma contro l’Europa. Come riportato da Repubblica, Mosca ha messo le mani sul Niger. L’influenza armata di Vladimir Putin si è estesa dunque al cuore del continente e l’accordo tra il Cremlino e la giunta golpista sta preoccupando non poco la Francia e gli Stati Uniti, senza dimenticare le possibili ripercussioni per l’Italia.
Per quanto concerne il Paese di Macron, dal Niger si ricava un terzo dell’uranio per le centrali nucleari, ma Parigi è stata costretta a ritirare il contingente. Gli Stati Uniti, invece, hanno mantenuto due basi, ma non sono stati registrati progressi nelle trattative con chi ora detiene il potere a Niamey. La realpolitik con i generali s’è rivelata un buco nell’acqua.
Il patto tra Russia e Niger
Secondo Repubblica, lo scenario peggiore del patto tra Russia e Niger riguarda proprio l’Italia. Avendo preso il controllo della rotta più importante per i flussi di migranti, Putin potrebbe sfruttare la disperazione dei profughi spingendoli verso le coste italiane e così fare pressing sull’Europa. Il protagonista di questa operazione è il viceministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov, già noto per aver guidato nel 1999 la carica dei blindati dalla Bosnia a Pristina, beffando le truppe Nato in Kosovo. Nella giornata di sabato è volato a Bengasi e ha incontrato Haftar per discutere su nuovi progetti comuni, a partire dalla costruzione di una base per la flotta russa in Cirenaica. Successivamente, viaggio destinazione Mali per garantire altri combattenti da schierare contro jihadisti e tribali. Infine il Niger e l’intesa che potrebbe stravolgere le architetture del potere del Sahel.