Marine Le Pen, nota politica francese leader del Rassemblement National (Rn) è stata rinviata a giudizio assieme ad altre 26 persone. Come riferisce il sito dell’Adnkronos, sono tutte accusate di “appropriazione indebita di fondi pubblici” europei. A deciderlo ieri sono stati due giudici che si stanno occupando del caso, così come si legge sul sito dell’emittente francese BFMTV, citando alcune fonti della procura di Parigi rimaste comunque volutamente anonime. Oltre a Marine Le Pen, che lo scorso settembre è stata a Pontida con Salvini per il tradizionale evento Lega, tra i rinviati a giudizio troviamo anche il padre Jean-Marie Le Pen, quindi l’ex tesoriere del partito Wallerand de Saint-Just, il sindaco di Perpignan Louis Aliot e Bruno Gollnisch, ex numero due del partito. Il processo, stando a quanto aggiunge l’Adnkronos, è previsto tra meno di un anno, indicativamente fra ottobre e novembre 2024.
Marine Le Pen è sospettata di aver “organizzato un sistema fraudolento e organizzato di appropriazione indebita di fondi europei a suo vantaggio, attraverso l’assunzione fittizia di assistenti parlamentari” tra il 2004 e il 2016, accuse a cui il partito della stessa, il Rassemblement National, ha risposto attraverso una nota in cui viene ribadito che la leader “non ha commesso alcuna infrazione o irregolarità”. E ancora: “Contestiamo formalmente le accuse”, il processo darà “l’opportunità di presentare le argomentazioni”.
MARINE LE PEN, RINVIATA A GIUDIZIO INSIEME A 26 PERSONE: ECCO L’ACCUSA
Secondo gli inquirenti la politica avrebbe fatto passare alcuni propri assistenti come dei dipendenti del Parlamento europeo, facendoli quindi pagare con soldi pubblici e non di tasca propria. Il regolamento prevede che se un dipendente deve essere pagato con fondi pubblici dell’Europarlamento, debba lavorare solamente su delle questioni parlamentari.
Come scrive Fanpage l’indagine era scattata sette anni fa, con la richiesta di rinvio a giudizio giunta solo a fine settembre di quest’anno. La leader di Rn ha sempre negato le accuse. Da segnalare che nel 2018 Marine Le Pen era già stata condannata dal tribunale dell’Unione Europea a restituire circa 300mila euro al Parlamento europeo con l’accusa di appropriazione indebita, somme ridate lo scorso luglio.