LA “PROMESSA” DEL VICEPREMIER TAJANI: “RIFORMA SUL PATTO DI STABILITÀ ENTRO FINE ANNO”
La riforma sul Patto di Stabilità e Crescita sarà raggiunta con un accordo entro fine 2023: a dirlo in una recente intervista a Radio 24 è il vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Dopo aver lanciato la sua personale visione sull’approvazione della riforma Mes in Parlamento (qui le ultime schermaglie sulla ratifica, con il nuovo rinvio del Governo a dopo la sessione di Bilancio), il leader di Forza Italia torna a parlare di regole europee nelle settimane decisive tra Ecofin e Consiglio Europeo dove si dovrebbe decidere il futuro del Patto di Stabilità (sospeso negli ultimi tre anni per le ben note emergenze pandemia e guerra)
«Se le cose continueranno ad andare come stanno andando, mi auguro che possa essere raggiunto un accordo prima della fine dell’anno e di avere dall’inizio del prossimo anno un Patto di stabilità e crescita diverso da quello che ha creato tanti problemi all’Ue», così il vicepremier Tajani alla trasmissione “Amici e Nemici” con Lucia Annunziata e Daniele Bellasio su Radio 24. Insomma, il titolare della Farnesina si dice ottimista per un accordo dopo la presentazione congiunta di una bozza della riforma a firma Francia, Italia e Germania. Come Governo, aggiunge Tajani, «Ci siamo sempre impegnati come governo che si puntasse molto sulla crescita e non ci fosse una scelta rigorista come era quella del vecchio Patto. Se c’è una posizione intransigente come quella dei liberali tedeschi si rischia di bloccare l’industria e l’agricoltura cosa che per noi è assolutamente negativa». Tanto sulla riduzione del debito, quanto sulla possibilità di escludere alcune spese dal rapporto deficit-Pil, Tajani vede la linea del traguardo vicina per quanto riguarda l’intesa in Europa.
DAL PATTO DI STABILITÀ AL MES, PER TAJANI OCCORRE DIALOGARE IN EUROPA: “NON SI FANNO INTERESSI DI UN SOLO PAESE”
Dal Patto di Stabilità al Mes, passando per il tema tassi-Bce, è un unico discorso collegato secondo la lettura che fa il Ministro degli Esteri della complessa fase negoziale in corso tra i 27 Paesi dell’Ue: secondo Tajani infatti è giunto ora il momento che la Banca Centrale Europea «abbassi finalmente i tassi di interesse perché l’inflazione si è ridotta in maniera importante in tutta l’Ue. Questo farebbe bene a imprese e cittadini». Dopo aver creato qualche malumore interno alla maggioranza con l’intervista a “La Stampa” – dove si diceva continuamente a favore della ratifica della riforma Mes – Antonio Tajani prova a ricucire con l’ala più scettica all’interno del Centrodestra.
E così proprio sulla ratifica dell’ex Fondo Salva Stati, Tajani sottolinea che l’Europa «è un insieme di Paesi: non si può fare l’interesse solo di un Paese che ci tiene molto al Mes, come la Germania, e non si procede con unione bancaria e armonizzazione fiscale». Nonostante Forza Italia resti favorevole al Mes, Tajani non nasconde le riserve che tuttora permangono sulla vicenda del Meccanismo Europeo di Stabilità: «il vertice del Mes non è sottoposto ad alcun controllo». Da ultimo, il vicepremier si dice non particolarmente favorevole alla logica di “pacchetto” per la politica macro-economica: «non vorrei che qualcuno dicesse “dopo il Patto di stabilità approviamo il Mes”, cosa che secondo me si può fare, ma non possiamo dimenticare l’unione bancaria e l’armonizzazione fiscale». Insomma il “pacchetto” è unico e va tutto affrontato assieme nelle prossime interlocuzioni con la Commissione Ue e con il Consiglio.