MELONI VERSO L’OK AL MES MA NON SUBITO: LE CONDIZIONI POSTE CON L’UE
Se ormai viene acclarato che il 14 dicembre prossimo non si terrà alcuna votazione in Parlamento per la ratifica della riforma Mes, le impressioni che giungono da Palazzo Chigi puntano ad un sì sostanziale ma non da subito. Come già raccontato nelle scorse settimane sul “Sussidiario.net”, l’intenzione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è quella di mediare tra le diverse anime interne alla maggioranza, puntando su un sì “finale” alla riforma sull’ex Fondo Salva Stati solo ottenendo in una logica di “pacchetto” altri dossier importanti a livello europeo.
Oggi lo conferma sul “Corriere della Sera” il retroscena riportato da Marco Galluzzo secondo cui già due mesi fa nel dialogo faccia a faccia tra la Presidente BCE Christine Lagarde e Giorgia Meloni fu la Premier a rassicurare gli ambienti europei sull’approvazione del Meccanismo Europeo di Stabilità, riforma già votata dall’Italia con il Governo Conte e in attesa solo della ratifica (l’ultimo tra i Paesi dell’Eurozona). Il tema però è cosa poter trattare in “cambio” di questa ratifica che sbloccherebbe il trattato Mes dopo mesi di impasse. Sempre secondo le fonti di Governo del “CorSera”, sarebbero almeno tre i temi chiave entro cui si muove il Governo Meloni per arrivare poi, al termine del percorso complessivo, al sì finale sul ex Salva Stati. Riforma sul nuovo Patto di Stabilità e Crescita, regole sul bilancio europeo e potenziale intesa anche sul fondo di solidarietà europea per la gestione dei migranti: questi i tre punti chiave secondo la leader FdI per convincere l’ala più scettica sul Mes (la Lega) e allo stesso tempo per seguire quanto consiglia Tajani e FI, ovvero una logica più ampia per far fruttare il sì alla riforma del Meccanismo. Secondo una fonte diretta riportata dal “Corriere” – e che rimane anonima vista la delicatezza del dossier – «Ognuno fa la sua parte, nessuna meraviglia, ci vogliono cinque minuti per scrivere un articolo di accompagnamento alla ratifica che vincoli l’attivazione del Meccanismo a un passaggio parlamentare obbligatorio. Magari tutto slitta a gennaio ma scommetto che per allora la questione sarà chiusa».
RATIFICA MES, GOVERNO FA QUADRATO SUL RINVIO: “CI SONO ALTRE PRIORITÀ”
Dopo le parole del Ministro dell’Economia Giorgetti sulla possibilità di un accordo sul Mes solo una volta giunti agli ok che contano all’Ecofin e al Consiglio Ue, ieri è giunta la conferma dalle varie anime della maggioranza sulla necessità di far slittare la votazione sulla ratifica calendarizzata per il 14 dicembre. Il capogruppo della Lega Molinari ha spiegato che il Mes resta uno «strumento superato. Il Patto di Stabilità è lontano dall’essere concluso, e anzi vi do una notizia: penso proprio che il 14 dicembre non discuteremo di Mes. Le spiego perché: il ministro Giorgetti ha fatto giustamente presente che è in calendario ma esistono provvedimenti che vengono prima».
A stretto giro anche Forza Italia con il vicepremier Tajani e con il capogruppo Barelli avevano fatto intendere che, pur rimanendo convinti della necessità del sì alla ratifica, restano diversi punti da risolvere in primis l’accordo di “pacchetto” dove inserire con il Mes anche le regole sull’unione bancaria e sulla fiscalità europea. «Sul Mes c’è un ragionamento più ampio», ha poi spiegato il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, parlando a In Mezz’Ora, «Il consiglio europeo deve affrontare le modifiche del bilancio Ue e altri dossier rilevantissimi, poi abbiamo la trattativa sul patto di Stabilità. Le cose vanno raccordate e non possono andare separatamente». Per il leader di Noi Moderati, quarta “gamba” del Centrodestra nel Governo Meloni, Maurizio Lupi «siamo favorevoli al Mes, ma va discusso in sede europea insieme alla revisione del patto di stabilità e alle politiche sugli investimenti e la crescita. Sui temi europei l’opposizione dovrebbe anteporre l’interesse dell’Italia alla polemica strumentale».
CROSETTO CONFERMA IL RINVIO DEL MES AL 2024: “SERVE PRIMA OK AL PERCORSO COMPLESSIVO IN UE
Da ultimo questa mattina il Ministro della Difesa Guido Crosetto, tra le voci più autorevoli di Fratelli d’Italia in campo europeo, conferma lo slittamento del voto sul Mes con obiettivo l’approvazione finale non prima di gennaio: il concetto è chiaro, vi sono prima tematiche più urgenti (Manovra su tutte) ma soprattutto è necessario rafforzare la posizione dell’Italia su altri dossier centrali per il futuro economico e politico del nostro Paese in Europa.
«La discussione sul Mes penso che potrà avvenire alla fine di un percorso europeo, intanto il Consiglio di questo fine settimana in cui si parlerà di bilancio europeo», spiega Crosetto parlando al forum Adnkronos, aggiungendo poi come solo successivamente «si capirà, quando l’Ecofin si riunirà, quale sarà il nuovo Patto di stabilità e le nuove regole che l’Europa vorrà darsi». Ecco che allora, alla fine di questo percorso complessivo, «il Parlamento potrà esprimersi sul Mes. Solo alla fine di un percorso più ampio all’interno del quale il Mes è solo una piccola parte. Il che vuol dire, prossimo anno…».