LA MARCIA DELLA PACE FA FLOP AD ASSISI: SOLO IN MILLE IN PIAZZA CON PD, SINISTRA E M5S
Vero che la qualità di una manifestazione o di un evento non si può misurarla solo con i numeri e la partecipazione ma sicuramente che solo un migliaio di persone abbia partecipato domenica alla Marcia per la Pace ad Assisi è significativo della “percezione” avuta nella cittadinanza. Attenzione, non che non vi sia sensibilità circa il tema della pace, specie per una guerra come quella tra Israele e palestinesi che storicamente divide nettamente l’opinione pubblica italiana e mondiale. Il tema è però capire come mai la Marcia organizzata dalle sigle della sinistra pacifista – in piazza tra gli altri, Pd, M5s, Sinistra Italiana, Cgil, Libera – abbia raccolto così poca partecipazione.
“Riconoscere la Palestina“, “basta morti civili a Gaza“, “stop ai soprusi dello Stato di Israele”: queste le istanze principali presentate durante la Marcia conclusasi come da tradizione sul piazzale della Basilica di San Francesco d’Assisi. Al di là però della mancata presenza per influenza del leader M5s Giuseppe Conte, v’erano tutti i big della sinistra politica e associazionista, insieme per rilanciare la necessità di stoppare subito la guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas: «noi contrati ad ogni rigurgito antisemita, ma anche alle violenze israeliane» ha spiegato la segretaria Pd Elly Schlein ai cronisti durante la Marcia per la Pace. Eppure alla fine poco di più di mille hanno presenziato nella piazza “laica”, lasciando il senso di un “flop” generale per i vari Landini, Schlein, Fratoianni, Don Ciotti e Padre Zanotelli, tutti presenti invece ad Assisi.
BANDIERE PALESTINA E CARTELLI ANTI-ISRAELE: PIÙ CHE MARCIA DELLA PACE ERA MARCIA PER GAZA…
La Marcia per la Pace di Assisi si è tenuta nel giorno del 75esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata dall’ONU: eppure né Pd, né SI, Verdi, M5s, Cgil, Anpi, Arci e Acli sono riuscite a convincere molte persone a sposare la causa del pacifismo di sinistra contro la guerra a Gaza. Agli italiani non interessa la pace? Tutt’altro, dicono di continuo i sondaggi: e allora forse a non convincere appieno è stata l’ennesima “politicizzazione” dietro a nobili motivi umanitari. Ribadire infatti violenze e soprusi compiuti da una sola delle parti in guerra – Israele, storicamente attaccato dalla sinistra mondiale per i comportamenti tenuti in Palestina – non sembra avere convinto appieno il popolo, causando il flop nei numeri in piazza.
Schlein & Co. hanno sfilato in mezzo a bandiere per la pace, bandiere palestinesi e diversi cartelli di insulti allo Stato d’Israele, addirittura considerato peggiore del nazismo: «Avete superato i nazisti! Fosse Ardeatine, 10 per ogni ucciso a via Rasella. Gaza, 15 per ogni ucciso il 7 ottobre», si legge in una delle scritte apparse in piazza ad Assisi di fianco ai leader politici. Un pacifismo che arriva a invocare la pace “sposando” la causa di una sola delle due parti resta sempre piuttosto discutibile: fermare le stragi e invocare il cessate il fuoco resta una posizione legittima (e forse l’unica veramente in grado di impedire altre migliaia di morti innocenti. come mostra l’appello di oggi della Caritas sul “Sussidiario“), gettare però la responsabilità e la barbarie commessa solo di una delle parti, quella israeliana, non sembra avere “pagato” molto in termini di seguito tra la gente.