Nessun ricatto sul Mes: questa la precisazione di Claudio Durigon ai microfoni del Corriere della Sera. Il viceministro del Lavoro si è soffermato sul dialogo sul fondo Salva-Stati e ha spiegato che l’intenzione della Lega non è quella di utilizzarlo come merce di scambio: “Vogliamo capire, invece, dove ci vuole portare la Commissione Ue. Diciamo semplicemente che se Bruxelles ci chiede tutta una serie di investimenti deve anche introdurre i necessari criteri di flessibilità, altrimenti diventa difficile andare avanti nelle politiche di bilancio”.
Il punto di Durigon
Durigon si è poi soffermato sul passo indietro del governo sul taglio delle pensioni per medici, infermieri e altre categorie del pubblico impiego, sottolineando – a proposito delle proteste dei sindacati – che le modifiche introdotte siano già eque: “Si trattava di correggere un vecchio meccanismo, precedente la Fornero, che assegnava un rendimento a queste pensioni di ben il 26% per il primo anno di lavoro. Abbiamo corretto questa aliquota ma con l’emendamento abbiamo escluso dal nuovo calcolo le pensioni di vecchiaia. Riguarderà solo le pensioni anticipate e comunque dal 2024. Per chi matura i requisiti entro quest’anno non cambia nulla”. Durigon ha posto l’accento sulla grave carenza di personale nella sanità e dunque l’importanza di incentivare chi resta al lavoro, ribadendo che a nessuno verrà comunque impedito di andare in pensione anticipatamente. Il leghista ha poi precisato che la Lega è impegnata sul sistema pensionistico ma anche sul suo obiettivo di legislatura, ossia Quota 41: “La faremo, ma col sistema contributivo, perché è normale che se uno vuole andare in pensione prima abbia tutto l’assegno calcolato col contributivo”.