BOULAEM SANSAL, L’ORWELL ALGERINO: “ATTENZIONE AD HAMAS, MOLTO PIÙ CHE UNA ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA”
Dopo aver scritto il romanzo “2084” Boualem Sansal è noto in tutto il mondo culturale come l’Orwell algerino ma è ovviamente molto di più: scrittore originario dell’Algeria, ripudiato da mezzo mondo arabo per le sue condanne durissime contro il fondamentalismo islamico e in generale contro l’islamismo jihadista, Sansal è tornato a parlare in questi giorni in merito ai rischi che potrebbero sorgere dopo la già sanguinosa guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas.
Dialogando con la “Welt” in Germania (con la traduzione sul “Foglio del Lunedì’), lo scrittore algerino mette in allarme l’intero Occidente dall’opera di Hamas: «è più di un’organizzazione terroristica, è un’organizzazione religiosa fanatica, un partito ultranazionalista e un governo dittatoriale con strutture statali militari. Hamas è ricca, finanziata da molti paesi per ragioni che questi paesi non possono ammettere pubblicamente». Per lo scrittore in Algeria da decenni ormai minacciato dalle autorità e dai fondamentalisti islamici – viene invitato a parlare solo in appartamenti e riunioni clandestine, mentre è riconosciuto all’estero come uno dei più grandi intellettuali della sua generazione – l’organizzazione palestinese non opera solo a livello locale, «nell’ambito della divisione del lavoro tra Lega Araba e Internazionale islamica, ma si assume anche il compito di instillare paura e terrore nell’entità sionista, che ai suoi occhi sta crescendo come un tumore occidentale in mezzo al mondo».
L’OCCIDENTE E LA MINACCIA DELL’ISLAMISMO JIHADISTA (E NON SOLO): PARLA LO SCRITTORE ALGERINO RIPUDIATO DAL MONDO ARABO
Secondo Sansal la guerra contro Israele è solo una delle tante battaglie che l’islamismo ha in mente di “scatenare” contro l’Occidente, il quale rischia sempre più di andare dritto verso «qualcosa di mostruoso»: «Il Corano dice che la missione dei musulmani è diffondere l’islam nel mondo, convertire i miscredenti e punire coloro che rifiutano con la morte o la sottomissione». Per l’Orwell algerino, tra i salafiti, i “moderati”, gli agitprop come i Fratelli Musulmani, i corruttori sauditi, il Qatar con le competizioni sportive e infine il terrore delle cellule Isis, in tanti arrivano a lanciare la “guerra santa” contro il nemico occidentale, «Allah è generoso a questo riguardo, fa appello all’ingegno dei suoi credenti fino al pragmatismo e all’opportunismo», denuncia ancora Sansal alla “Welt”.
Pericoloso Hamas, pericolosa la jihad ma pericolose – in maniera diversa, si intende – anche la sinistra mondiale e l’organizzazione dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, più le integrazioni appena entrate): «Stiamo vivendo un occidente travolto dagli eventi e in via di disintegrazione. C’è anche un nuovo blocco, i paesi Brics, che si sta organizzando contro l’occidente in modo preoccupante. C’è il continente africano che vuole unirsi alla corsa, contando sulle sue materie prime e sul suo incredibile tasso di natalità, che gli porterà due miliardi di abitanti nel giro di una generazione. E c’è un mondo musulmano che ha preso coscienza del potere infinito che gli danno l’islam, il petrolio e una Ummah di due miliardi di credenti».
La tesi di Sansal è che l’Occidente dunque fosse già in crisi ben prima degli attacchi lanciati da Hamas lo scorso 7 ottobre, con la sinistra mondiale che – rilancia lo scrittore dissidente – non sembra aver davvero capito la minaccia davanti: «La sinistra è una reliquia del vecchio ordine mondiale, in cui i blocchi occidentale e orientale si fronteggiavano. Moralmente è una vergogna perché non fa altro che fare calcoli elettorali. E poiché ha perso la sua base proletaria e intellettuale, che ha disertato a favore degli estremisti di destra con tutto il loro fardello, la sinistra ora corteggia i musulmani e gli immigrati, le minacce islamiste e coloro che vengono tollerati o espulsi – e si appropria dei loro discorsi». La minaccia di un mondo Occidentale messo in pericolo dalla jihad è viva e presente e l’ipotesi di una pace universale sembra sempre più lontana: così Sansal racconta ai media tedeschi il pericolo che si trincera dietro anche all’Islam più “pacifista”, «il Corano sta sopra, è la parola di Allah, e questa parola, nel bene e nel male, pesa più di tutte le altre, oggi e domani. Ciò che esiste e che deve essere rafforzata è l’amicizia tra individui. Se le religioni avessero solo individui pacifici e tolleranti che non si lasciassero ingannare dai loro venditori ambulanti, sarebbero costretti a tornare sulla terra, a lodare la vita e, urbi et orbi, a chiedere il perdono universale, come fa Papa Francesco».