Il Myanmar è diventato ufficialmente il più grande produttore mondiale di oppio. A certificarlo, come si legge sul sito di RaiNews, è stato l’ultimo rapporto dell’UNODC, l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine. L’ex Birmania ha prodotto nel corso dell’anno che volge alla conclusione, circa 1.080 tonnellate di oppio, “ingrediente” fondamentale per la produzione di eroina. Si tratta quasi 300 tonnellate in più rispetto alle 790 che erano state invece prodotte nel 2022 dall’ex Birmania. L’ex Myanmar ha quindi superato l’Afghanistan che fino all’anno scorso era la produttrice leader al mondo dell’oppio, ma da quando i talebani sono tornati al potere hanno vietato la coltivazione del papavero, con un calo della produzione del 95 per cento, riducendolo a circa 330 tonnellate.
Si è ridotta anche l’area destinata alla coltivazione, passando da 233mila ettari a fine 2022, agli attuali 10.800. RaiNews ricorda come la zona ‘Triangolo d’oro’ tra Myanmar, Laos e Thailandia è considerata storicamente un focolaio di produzione e traffico illegale di droga, soprattutto di metanfetamine e oppio, con un valore stimato degli oppiacei passato da 1 a 2,4 miliardi di dollari, una cifra che equivale all1.7-4.1% del prodotto interno lordo del Paese nel 2022.
OPPIO, MYANMAIR PRODUTTORE NUMERO UNO AL MONDO NEL 2023: TECNICHE SEMPRE PIÙ SOFISTICATE
L’economia legale del Myanmair è stata logorata negli ultimi anni da conflitti e instabilità, precisamente da quando i militari sono saliti al potere due anni fa, nel 2021. Con la presa del comando hanno spinto numerosi agricoltori a coltivare il papavero, proprio per “sovvenzionare” il mercato dell’oppio. Secondo quanto si legge ancora nel rapporto delle Nazioni Unite, lo scarso accesso “ai mercati e alle infrastrutture statali, nonché l’inflazione dilagante, sembrano aver giocato un ruolo significativo nelle decisioni degli agricoltori alla fine del 2022 di coltivare più papavero”.
Infine, sempre stando a quanto fatto sapere dall’Unodc, la coltivazione del papavero in Myanmair sta diventando sempre più sofisticata con delle pratiche all’avanguardia e maggiori investimenti, che non fanno altro che aumentare i raccolti.