LA CORTE COSTITUZIONALE DELL’ALBANIA SOSPENDE IL VOTO DI RATIFICA SULL’ACCORDO RAMA-MELONI: COSA SUCCEDE
Alla vigilia dell’approdo in Parlamento a Tirana della ratifica sul protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti, la Corte Costituzionale albanese annuncia la sospensione immediata di tutte le procedure parlamentari per l’approvazione finale. L’accordo siglato dalla Premier Giorgia Meloni con l’omologo albanese Edi Rama – firmato lo scorso 6 novembre nell’ottica di sostenere la complessa gestione migranti irregolare in arrivo dal Mediterraneo verso le coste italiane – viene così “bloccato” anche se non significa, quantomeno per il momento, una bocciatura.
La Corte è stata chiamata in causa da due ricorsi presentati separatamente dal Partito Democratico albanese (il partito d’opposizione, area Centrodestra) e anche da altri 28 deputati schierati con l’ex Premier Sali Berisha: nel ricorso presentato alla Corte Costituzionale di Tirana, si sostiene che l’intesa Italia-Albania «viola la Costituzione e le convenzioni internazionali» alle quali l’Albania aderisce.
ECCO PERCHÈ L’ACCORDO ITALIA-ALBANIA NON È STATO BOCCIATO (PER ORA). E DALL’EUROPA…
Diversamente da quanto emerso in un primo momento da alcune ricostruzioni di stampa, l’accordo Italia-Albania sui migranti – al centro del recente ddl approvato dal Governo Meloni sul “Protocollo tra il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania e il Governo della Repubblica italiana per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria” – non è stato bocciato né bloccato definitivamente. Innanzitutto occorre osservare il messaggio della Presidente della Corte, Holta Zaçaj, la quale ha spiegato che «il collegio dei giudici riunitosi oggi ha considerato che i ricorsi presentati rispettano i criteri richiesti, ed ha deciso di esaminarli in seduta plenaria. Ciò comporta automaticamente che le procedure parlamentari per la ratifica dell’accordo vengano sospese».
La legge vincola la Corte Costituzionale a produrre una sentenza entro tre mesi in merito al ricorso per valutare – lì si – il contenuto effettivo dell’accordo siglato da Rama con Meloni: secondo la legislazione albanese la Corte dovrebbe giungere a sentenza entro il prossimo 6 marzo, con la prima seduta della Consulta già prevista per il prossimo 18 gennaio. Questo al momento non significa dunque la bocciatura dell’accordo che proseguirà in Italia il suo normale iter parlamentare con la ratifica prevista dal ddl approvato in CdM: nelle prossime settimane il Parlamento dovrà votare il disegno di legge per la ratifica del Protocollo anche se le opposizioni punteranno tutto sullo stop preventivo di Tirana per provare ad affossare l’accordo sui migranti.
Nello stesso giorno della sospensione da Tirana, è dall’Europa che arrivano buone notizie per il Governo Meloni: in una lunga lettera in cui riassume quanto fatto dalla Commissione Ue in materia di migrazioni, la Presidente Ursula von der Leyen scrive «abbiamo assistito a importanti iniziative promosse dagli Stati membri, come l’accordo operativo tra Italia e Albania. E’ un esempio di pensiero fuori dagli schemi, basato su un’equa condivisione delle responsabilità con i Paesi terzi, in linea con gli obblighi previsti dal diritto internazionale e dell’Ue». Per la leader europea, conclude nella lettera Von der Leyen, «dovremmo lavorare insieme per mantenere lo slancio creato dalla Conferenza internazionale sullo sviluppo e la migrazione di luglio e portare avanti questo lavoro attraverso il processo di Roma, esplorando diverse forme di cooperazione con i Paesi partner sulla base del reciproco interesse».