La Cina dopo un periodo in cui sembrava voler riallacciare i rapporti con l’Ue, gli USA e gli altri attori mondiali che da sempre la criticano (e temono), è tornata ben presto ad usare toni intimidatori nei confronti dell’alleanza europea. L’occasione è stata una recente conferenza organizzata dall’europarlamentare del PD e vicepresidente del Parlamento Pina Picierno, accusandola di minare le relazioni tra le due potenze.
Alla Cina, insomma, non è piaciuto in contenuto della conferenza tenuta all’interno del Parlamento Ue, basato sulle testimonianze di alcuni attivisti sulle violazioni dei diritti umani compiute da Pechino. C’erano i rappresentanti delle lotte per l’autonomia del Tibet, ma anche il rappresentate del Congresso mondiale degli uiguri, figure ritenute a vario titolo pericolose dal Partito, proprio in virtù del loro attivismo. In altre parole, alla Cina non si piace proprio che in Ue si parli di quelle violazioni dei diritti umani che sono, ormai, una certezza definita in parecchi report e relazioni, tra cui diverse firmate da Ong ed alcune anche dalla Nato.
La lettera della Cina all’Ue: “Non accettiamo interferenze”
Nella lettera indirizzata all’Ue la Cina ha accusato Picierno di svolgere un “ruolo negativo” nelle relazioni tra il paese e l’Europa, sottolineando che “le questioni che riguardano Hong Kong, lo Xinjiang e lo Xizang (ovvero il Tibet, ndr.) sono esclusivamente affari interni“. Similmente, viene spiegato che non sono ammesse, su questi temi interni, “interferenza da parte di forze esterne“.
“Non mi stupisce questa missiva scomposta”, ha commentato sul foglio Picierno parlando della lettera che la Cina ha spedito in Ue, “intimidatoria e fuori da ogni canone istituzionale. I tentativi di interferenza della Repubblica popolare cinese”, ha spiegato l’europarlamentare, “sono forti e le istituzioni europee hanno il dovere di tutelare non solo la loro autonomia ma di essere un porto di approdo sicuro per le vittime della repressione dei regimi dittatoriali e autocratici“. Nei prossimi giorni è attesa, inoltre, la votazione del Parlamento Ue sullo stato delle relazioni con la Cina, occasione che potrebbe accendere nuove polemiche da parte di Pechino.