Le scosse di terremoto ai Campi Flegrei sono diminuite in maniera significativa dalla scorsa estate. Dagli oltre duemila terremoti che sono stati registrati fra luglio e agosto, si è passati ai 159 dello scorso mese novembre, così come certificato dal bollettino mensile emesso dall’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, citato oggi dal quotidiano Il Mattino. E’ aumentato invece il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione, passato da 4 a circa 10 millimetri nel periodo ottobre novembre 2023.
Al Rione Terra il sollevamento totale è oggi di 118 centimetri da novembre 2005, da quando cioè è iniziata la crisi bradisismica ancora in corso. «Sulla base dell’attuale quadro dell’attivita vulcanica sopra delineato, non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine», si legge ancora nel bollettino. Il livello di allerta resta quindi giallo, e non sembrano esservi all’orizzonte dei segnali peggioramenti, anche se, come vi ripetiamo spesso e volentieri, il monitoraggio è continuo e costante.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI: IL REPORT SULLE SCOSSE DEL MESE DI NOVEMBRE
I terremoti registrati durante lo scorso mese di novembre sono stati come detto in precedenza 159 e tutti di bassissima energia, visto che solo uno ha superato il grado 2 di magnitudo, leggasi quello di 3.0 localizzato alle ore 18:41 del 23 novembre scorso nell’area di Pozzuoli. Tuttavia, come precisato sopra, il livello di innalzamento del suolo è cresciuto e gli esperti si stanno quindi domandando come mai si stia verificando tale fenomeno. Al momento l’ipotesi più accreditata è “un impulso di risalita di fluidi magmatici profondi verso la zona idrotermale, avvalorata dalla scossa successiva, con liberazione di energia accumulata”, scrive Il Mattino.
Tale velocità di innalzamento del suolo potrebbe portare ad un aumento lieve della sismicità, ma come ci ricordano spesso e volentieri gli addetti ai lavori, è pressochè impossibile fare previsioni certe. In merito ai valori geotermici si segnala infine un incremento nel rapporto fra anidride carbonica e metano, mentre da luglio la polla di Pisciarelli è rimasta completamente secca fino a settembre, fenomeno che potrebbe essere legato ad un ridotto apporto del liquido che alimenta la stessa bolla.