Tahar Ben Jelloun, scrittore marocchino che ha realizzato diversi best seller, ha parlato al Corriere della Sera della guerra tra Israele e Hamas. “L’attacco del 7 ottobre è stato un atto terroristico inammissibile. Ciò che ora sta accadendo a Gaza però è uno sterminio sotto gli occhi del mondo. Voglio denunciare Netanyahu come criminale di guerra”, ha affermato.
Il suo giudizio, insomma, è netto su entrambi i fronti. “Hamas è un nemico non solo del popolo israeliano ma anche di quello palestinese, un nemico crudele, manipolato da un Paese come l’Iran in cui le giovani oppositrici vengono impiccate per non aver indossato il velo. Assistiamo però a una guerra assurda, che assomiglia a un genocidio, perché l’esercito sta bombardando popolazioni civili con il pretesto che tra loro ci siano terroristi. Ventimila morti sono insopportabili”, ha riflettuto. Le richieste di cessate il fuoco, in tal senso, sono finora state ignorate.
Ben Jelloun: “Hamas nemico crudele sia di Israele che di Palestina”. Il ruolo degli altri Paesi
Lo scrittore Tahar Ben Jelloun, a proposito di Hamas, ha sottolineato anche come altri Paesi abbiano dei ruoli nel sostegno all’organizzazione terroristica. Il Qatar, in particolare, è accusato di averla finanziata. “È un Paese con un ruolo importante perché esprime l’ideologia islamica dei Fratelli musulmani. Ha investito in Occidente, squadre di football come il Psg, grandi hotel, immobiliare, per avere un peso in Europa. Tutta la direzione di Hamas abita in un palazzo in Qatar. Fa business. Dall’Europa può sembrare uno Stato moderno, ma i Fratelli musulmani sono la Sharìa, ovvero un’ideologia molto retrograda”, ha sottolineato.
Anche il suo Marocco ha avuto a che fare con Hamas. “È stato governato per dieci anni dagli islamisti, avevano vinto le elezioni legislative. Sono stati anni persi perché erano degli incompetenti e non hanno fatto niente. Inoltre Hamas sostiene il Fronte Polisario e non riconosce la morocainité del Sahara. Due anni fa però hanno perso le elezioni. Il capo di Hamas, Khaled Meshal, è tornato recentemente per incitare i marocchini a sollevarsi, ma loro non ne vogliono più sapere, pur essendo solidali ai palestinesi”, ha concluso.