L’ospedale Careggi di Firenze finisce sotto la lente d’ingrandimento di Maurizio Gasparri. Il capogruppo di Forza Italia al Senato in un’interrogazione alla presidenza del Consiglio e al ministro della Salute Orazio Schillaci chiede di fare chiarezza sui bambini che si rivolgono a tale struttura chiedendo di cambiare sesso. Il senatore vuole capire come vengono trattati i bambini a cui viene diagnosticata la disforia di genere, visto che vengono prescritti farmaci molto invasivi, come la triptorelina. Si tratta di farmaci che bloccano la pubertà, quindi impediscono la crescita del seno e dei testicoli, bloccano il ciclo mestruale.
Il problema per Gasparri è che risulta che a quei bambini, di età media di 11 anni, «non venga fornita assistenza psicoterapeutica e psichiatrica, e che nell’ospedale non esiste il reparto di neuropsichiatria infantile». Sono aspetti importanti, perché imposti dall’Aifa quando nel 2019 ha autorizzato l’uso off label della triptorelina tra i farmaci dispensati dal Servizio sanitario nazionale. L’Agenzia italiana del farmaco ha stabilito che, quando viene prescritto tale farmaco, va associata la psicoterapia, inoltre deve essere un’équipe multidisciplinare che conferma la diagnosi di disforia di genere. Dunque, bisogna capire per Gasparri se tali regole vengono rispettate all’ospedale Careggi di Firenze.
LA PSICOLOGA “PSICOTERAPIA NON PREVISTA”
A gestire il reparto che si occupa dei bambini con disforia di genere sono la psicologa Jiska Ristori e l’endocrinologa Alessandra Fisher che si difendono. «La presa in carico per i percorsi di affermazione di genere non prevede una psicoterapia, questo è importante specificarlo. Esattamente come succede nelle persone cisgender alle quali non viene richiesta una psicoterapia per definire la propria identità di genere, questo vale anche per le persone trans», spiega la prima, come riportato dal Corriere della Sera. La collega poi aggiunge: «Nell’ospedale Careggi non esiste la neuropsichiatria infantile, c’è la psichiatria che però va bene per chi ha compiuto sedici anni».
I bambini a cui si riferisce Gasparri non sono vicini a quella soglia. Il senatore evidenzia anche: «Risulta che le valutazioni psicologiche sui bambini avvengano principalmente sulla base di ciò che gli stessi riferiscono». La psicologa Ristori spiega come si stabilisce se un bambino è transgender: «Come una persona si identifica con la propria identità di genere lo sa la persona, non siamo noi che possiamo dirlo».
COME ESPLORARE IDENTITÀ DI GENERE SE SESSUALITÀ VIENE BLOCCATA?
Il senatore Gasparri vuole sapere se all’ospedale Careggi di Firenze il razionale di tale pratica medica è che «con la pubertà bloccata i bambini hanno tempo di esplorare la loro identità di genere e decidere se proseguire il percorso di transizione». La psicologa Ristori conferma tale criterio, che però solleva una domanda, cioè come si può esplorare l’identità di genere se la sessualità viene bloccata. Le due dottoresse, come riportato dal Corriere, hanno anche prodotto studi clinici per dire che i sintomi dell’anoressia e dell’autismo sono secondari alla disforia di genere, dunque si possono curare con i bloccanti. Nel 2018 il Comitato bioetico diede parere favorevole alla richiesta dell’Aifa, pur evidenziando rischi importanti derivanti dall’uso del farmaco. Ora Gasparri vuole sapere se il nuovo Comitato condivide quel parere e se presidenza del Consiglio e ministro della Salute sono a conoscenza di quanto accade all’ospedale Careggi di Firenze, ma anche se ciò si verifica in altre strutture ospedaliere.