Maria Canins, campionessa senza tempo: “Pioniera dello sport femminile…”
Maria Canins è senza dubbio tra i volti leggendari nell’ambito del ciclismo e dello sci, sia in ambito italiano che internazionale; 15 trionfi tricolore e ben 10 vittorie consecutive della Marcialonga sono solo alcune delle più ambiziose conquiste sugli scii, senza contare quelle in sella tra Olimpiadi e competizioni storiche. Intervistata dal Corriere della Sera, ha avuto modo di raccontare l’onore di essere ancora oggi considerata un orgoglio italiano senza dimenticare la quotidianità di oggi. “Se mi piace essere considerata pioniera dello sport femminile? Sì, non per le vittorie ma perchè ho convinto tante donne a fregarsene dei pregiudizi maschili in tempi in cui abbondavano… Lo sport era considerato una perdita di tempo perché le tue braccia servivano in malga o nei campi”.
Dei pregiudizi di un tempo in riferimento allo sport femminile, Maria Canins ha offerto un parallelismo con la situazione attuale: “Se ora sono superati? Sì, le donne italiane si sono rese conto di essere bellissime in pantaloncini da ciclista e di poter competere sulle stesse distanze degli uomini negli sport di resistenza e magari batterli”. L’ex campionessa ha poi aggiunto: “Io discriminata? non avrebbero osato… Moser mi ha sempre rispettata, nato come me in una famiglia di montanari dove la donna era al centro di tutto”.
Maria Canins, dalla ‘anarchia’ in bici al retroscena – smentito – su suo marito: “Invenzione di un giornalista…”
Argomentando sui successi nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Maria Canins ha raccontato: “Sono nata sugli sci quando non si usavano le motoslitte e le piste dovevamo batterle da sole. Ero leggera, forte in salita e con l’aiuto di mio marito sapevo preparare le scioline… Ho vinto la Vasaloppet, la maratona più famosa al mondo senza quasi accorgermene”. Nel merito dello sport che – insieme agli sci – l’ha vista primeggiare, il ciclismo, ha invece spiegato: “In bici ero un’anarchica assoluta; quando vedo le corse di oggi, i ciclisti prendono ordini dalle radioline mi sento male…”.
Maria Canins – sempre nell’intervista per il quotidiano – ha argomentato a proposito di un aneddoto riferito al marito: “Se è vero che disegnava le traiettorie per aiutarmi nella discesa? E’ una balla inventata da un giornalista che incontrò il Bruno con in mano un secchio di vernice sulla discesa del Tourmalet. Lui l’aveva percorsa a visibilità quasi zero e mise delle frecce perchè non ci schiatassimo se la nebbia non si alzava”. Verso il finire dell’intervista l’ex campionessa ha parlato anche delle sue “gambe ammirate e invidiate in tutto il mondo”. “Ne ero orgogliosa, ma non per l’estetica; i miei muscoli non li ho mai costruiti in palestra, con integratori o simili, ma camminando e arrampicandomi qui in Badia… Le mie gambe sono bellissime come 40 anni fa perché ancora oggi quando vedo una strada che sale o scende io vado sempre verso la montagna”.