Il dottor Andreas Kreiter è finito spesso al centro delle pagine di cronaca tedesca per via di diversi esperimenti che sta conducendo sulle scimmie, in particolare i macachi. Ricerche, a suo dire, fondamentali per comprendere un organo umano che ancora è piuttosto ignoto, ovvero il cervello, ma che hanno attirato l’odio degli animalisti per via dell’uso di primati, al punto che gli è stata revocata l’autorizzazione a condurre le sue ricerche.
Sulle pagine del quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, il dottor Kreiter ha parlato della sua ricerca sulle scimmie e, soprattutto, dell’odio che gli è piovuto addosso, che ritiene legato ad una scarsa conoscenza, per lo più ideologica, della politica e degli animalisti. Partendo dalla sua ricerca, spiega che “sono interessato a come le informazioni vengono elaborate attraverso lo scambio di brevi segnali elettrici tra le cellule nervose del cervello, dando luogo alle prestazioni cognitive”. Sul perché abbia scelto le scimmie, il dottor Kreiter pone l’accento sul fatto che “sono molto più vicini a noi dal punto di vista zoologico e i risultati sono più facili da trasferire”. Inoltre, i primati, ed in particolare i macachi, “non hanno capacità superiori di cani e gatti” e non capisce come mai “siano molto più degni di protezione di animali con capacità comparabili”.
Kreiter: “La ricerca sulle scimmie è stata bloccata dall’odio ideologico della politica”
Rimanendo sul tema dell’opposizione alle sue ricerche sulle scimmie, il dottor Kreiter precisa che “la legge sul benessere degli animali richiede l’uso della specie animale fondamentalmente più adatta e meno gravata da un esperimento“. Le autorità, però, spiega, si nascondo dietro a delle accuse che lui definisce “dubbie e false” in merito al presunto stress “grave” a cui sono sottoposti i macachi per gli esperimenti del cervello.
Differentemente, però, il dottor Kreiter spiega che le sue scimmie sono solamente sottoposte a “compiti comportamentali complicati”, per i quali gli vengono al massimo impiantati degli elettrodi nel cervello, sui quali “sappiamo da pazienti [umani] che non provocano dolore”, o telecamere sulle loro testa, che “non comportano cambiamenti nel comportamento”. Da ulteriori esami, si difende ancora il dottor Kreiter, “non risulta alcun segno che le scimmie siano danneggiate o stressate“. Insomma, l’opposizione alla sua ricerca, conclude il ricercatore, è stata guidata “dall’ideologia o dalla falsa aspettativa di guadagnare punti in campagna elettorale”, questioni che per la politica sarebbero, accusa, “più importanti della tutela dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto”.