Javier Milei, il neo-presidente appena eletto in Argentina, ha presentato dopo appena 10 giorni dal giuramento presidenziale, il suo primo maxi-decreto, composto da circa 300 deroghe e disposizioni che vanno a modificare circa 600 leggi inerenti l’economia, lo sport, la cultura, la finanza e il lavoro. Un decreto, tuttavia, che è stato accolto dalla popolazione con un ampio dissenso, manifestatosi in una serie di proteste e manifestazioni.
La strategia di Milei per risanare l’Argentina, nella quale l’inflazione ha toccato il 140%, punta ad una generale deregulatione economica e sociale, che permetterà al paese di abbandonare la politica definita “peronista”, retaggio del governo presieduto da Juan Peron. Del pacchetto di norme il neo-presidente ne ha annunciate solamente una 30ina, mentre l’interezza del decreto verrà votata nei prossimi giorni dal Parlamento dell’Argentina in una serie di discussioni che si preannunciano ardue. Contro il maxi-decreto di Milei, infatti, si è già espressa l’opposizione di governo, che persegue la diffusa politica peronista, accusando il pacchetto di norme di incostituzionalità dato che modifica la legislazione in materia penale, fiscale, elettorale e partitica, “punti espressamente proibili dalla Costituzione”, sottolinea al Sole 24 Ore Daniel Sabsay, professore di Diritto Costituzionale.
I punti principali del maxi-decreto Milei per risanare l’Argentina
Insomma, Milei sembra intenzionato a perseguire quegli obiettivi che ha più volte ripetuto in campagna elettorale, puntando a risollevare l’economia Argentina. Di contro, però, secondo alcune stime le norme presentate rischiano di avere, almeno nell’immediato, effetti tragici sul potere di acquisto della popolazione, già pesantemente indebolito, che si vedrà rimossi alcuni importanti sussidi.
Di fatto, tuttavia, il maxi-decreto di Milei dovrebbe traghettare l’Argentina in un contesto politico e sociale più liberale, dopo i tragici anni di peronismo che hanno portato l’inflazione al livello attuale. Tra le norme annunciate, infatti, spicca il piano di privatizzazione del paese con la deroga della legge che impedisce la vendita delle aziende statali e la loro trasformazione in società anonime. Similmente, è stata eliminata ogni forma di promozione industriale e commerciale, sono stati derogati i controlli e tagliati i tetti sui prezzi e i limiti alla concorrenza. Inoltre, il governo dell’Argentina presieduto da Milei punterà alla deregulation dei cieli, privatizzando la Aerolineas Argentinas, e alla liberalizzazione dei servizi internet.