Un consorzio italiano ha avvertito i britannici di smetterla di “abusare” del termine prosecco utilizzandolo per qualsiasi vino spumante. In un poster esposto nella metropolitana di Londra, è raffigurata l’immagine di una botte, accanto alle parole: “Questo non è prosecco. Non chiamatelo prosecco se è un comune effervescente”. In messaggio è presente in più di 80 luoghi in tutta la Capitale inglese: come spiega il Daily Telegraph, oltre 15 milioni di persone lo vedranno durante le due settimane della campagna, iniziata il 18 dicembre. La campagna è del Consorzio Prosecco DOC che tutela il termine, che è stato protetto dalla normativa UE dal 2009.
La bevanda ha un’etichetta di denominazione geografica (DOC), il che significa che il vino deve essere prodotto in una delle due regioni italiane, Veneto o Friuli-Venezia Giulia. In precedenza, qualsiasi vino spumante prodotto con uve prosecco poteva rivendicare il nome. Nella dichiarazione annuale del consorzio, è stata richiamata l’attenzione sulla vittoria legale contro i produttori australiani presso la Corte d’Appello di Singapore per consentire l’uso del nome Prosecco solo per i vini di origine italiana.
La difesa del consorzio
Come spiega il Daily Telegraph, i produttori australiani producono vino spumante dalla glera, l’uva prosecco, dal 2001, e i disaccordi sul termine si sono rivelati un punto critico negli accordi di libero scambio con l’UE. Nel 2020, il governo australiano ha finanziato un progetto per esaminare la validità dell’indicazione geografica protetta. Stefano Zanette, del Consorzio Tutela Prosecco DOC, ha dichiarato: “È tradizione per noi realizzare una campagna di comunicazione internazionale a fine anno, per sottolineare il ruolo consolidato del Prosecco DOC nella celebrazione delle prossime festività”.
Anche Diego Tomasi, del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, ha sottolineato la necessità di tutelare la denominazione “prosecco” dagli abusi. “Il valore della viticoltura italiana sta nello stretto e intimo legame tra la vite e il genius loci”, ha affermato Tomasi. “Ogni tentativo di imitazione o di evocazione del nome deve essere fermamente contrastato”. I bevitori britannici negli ultimi cinque anni, secondo l’analisi di IWSR, si sono allontanati dal prosecco per dedicarsi ad altri vini spumanti.