Una lettera aperta a Papa Francesco affinché chieda il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza. L’ha scritta la moglie del premier israeliano Benjamin Netanyahu, la quale auspica un «intervento personale» del Santo Padre nella complessa vicenda dei 129 ostaggi, rapiti il 7 ottobre da Hamas. «Santità, chiedo il suo intervento personale in questa questione. Per favore usate la vostra influenza per chiedere il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi senza indugio», le parole di cui dà notizia il Times of Israel. Inoltre, si augura che Bergoglio chieda anche «alla Croce Rossa di visitare tutti gli ostaggi e di consegnare loro medicinali vitali». Quindi, l’appello: «Il vostro intervento potrebbe salvare vite preziose».
Sara Netanyahu ha evidenziato in particolare la situazione di Noa Argamani, 25enne rapita durante il Festival musicale del 7 ottobre. «Si è trasformato in un massacro di Hamas. Il terrore nei suoi occhi era palpabile». La moglie del premier israeliano ha voluto informare Papa Francesco che «la madre di Noa, nata in Cina, sta combattendo contro un cancro al cervello al quarto stadio». Ne ha anche ricordato le parole in un video messaggio: «Non so quanto tempo mi resta. Desidero avere la possibilità di vedere la mia Noa, a casa. Noa, voglio dirti che se non ti vedo, sappi che abbiamo fatto tutto il possibile per farti liberare il prima possibile. Il mondo intero ti ama».
GLI APPELLI DI SARA NETANYAHU PER GLI OSTAGGI
La speranza di Sara Netanyahu è che Papa Francesco eserciti un’influenza su Hamas e solleciti i terroristi a rilasciare gli ostaggi a Gaza. La lettera è stata inviata dopo aver fatto appello nelle settimane precedenti a trentatré leader donne in tutto il mondo, come la first lady americana Jill Biden. A Bergoglio ha precisato di scrivere non solo in quanto moglie del primo ministro di Israele, ma anche come madre e donna. Quindi, ha ricordato le atrocità commessa da Hamas e la presa in ostaggio di centinaia di persone.
«Settantotto giorni dopo le atrocità, Hamas tiene ancora in ostaggio 129 uomini, donne e bambini. Molti di loro sono feriti e malati. Soffrono la fame e ad alcuni vengono negate le medicine di base di cui hanno bisogno per sopravvivere». Inoltre, ha chiesto al Papa di invitare il Comitato internazionale della Croce Rossa a far visita a tutti gli ostaggi e a consegnare loro medicinali vitali. «Finora la Croce Rossa non è riuscita a insistere su questi risultati. Il tuo intervento potrebbe far pendere l’ago della bilancia e salvare vite preziose».