Una via per la pace a Gaza, per la prima volta dagli attacchi perpetrati da Hamas il 7 ottobre e che hanno dato il via alla guerra, sembra essere sempre più probabile, grazie soprattutto all’intervento di Egitto e Stato Uniti che sembrano aver recentemente proposto un piano in tre fasi ad entrambi i contendenti. Così, tra le discussioni del Gabinetto di guerra a Tel Aviv si è discusso per la prima volta della pace a Gaza e, soprattutto, di chi dovrà amministrare il potere nella Striscia dopo la fine del conflitto. Discussioni sicuramente importanti e che sono state inserite all’ordine del giorno dopo una riunione a Washington che ha coinvolto il ministro israeliano degli Affari strategici, Ron Dermer.
Pace a Gaza: il piano in tre fasi dell’Egitto
Insomma, la pace a Gaza dopo un lungo periodo in cui sembrava fosse irrealizzabile soprattutto per via della volontà di Bibi Netanyahu di distruggere tutti i contingenti e i leader di Hamas, prima di ritirare le sue truppe, diventa un’ipotesi via via sempre più credibile. E mentre gli USA fanno pressing sugli israeliani per interrompere questo sanguinario conflitto, l’Egitto avanza una primissima (e per ora embrionale) proposta per raggiungere quell’atteso cessate il fuoco.
Il piano per la pace a Gaza dell’Egitto, che avrebbe ottenuto anche il parere positivo degli USA, si costituisce in tre fasi, che non sono state ancora rese note, forse al fine di non invalidarle. Il capo dell’ufficio stampa dello Stato egiziano, Diaa Rashwan, ha confermato che si tratta di “una proposta che cerca di avvicinarsi alle posizioni delle parti con l’obiettivo di mettere fine allo spargimento di sangue palestinese”. Le tre fasi per la pace a Gaza sono vincolati una all’altra e hanno come obiettivo l’ultimo “un cessate il fuoco”, dopo il quale spetterà ai palestinesi decidere, nell’ottica egiziana, come amministrare la Striscia. Tuttavia, Rashwan ha anche specificato di “non aver ricevuto alcuna risposta al quadro proposto dalle parti coinvolte”, sottolineando che il piano definitivo verrà presentato pubblicamente una volta accettato sia da Israele che ha Hamas.