Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, ha parlato con l’agenzia Adnkronos delle recenti discussioni europee che hanno portato ad un accordo sul nuovo Patto di stabilità. Un’approvazione, secondo il banchiere, positiva, soprattutto perché il vecchio patto “era stato pensato oltre trent’anni fa e non più applicato soprattutto dall’esplosione della pandemia”.
Il nuovo Patto di stabilità, invece, sottolinea Patuelli, è “più realistico e non dovrebbe complicare, né tanto meno impedire, la crescita che è indispensabile anche per la stabilità”. Commentando, invece, la discussa mancata rettifica del Mes da parte dell’Italia, spiega che “noi come Abi non abbiamo volutamente partecipato al dibattito politico”, soprattutto “perché è stato caricato di eccessivi significati simbolici”. Tuttavia, Patuelli sottolinea che “rimane il trattato esistente” e serve, ora, che “l’Unione europea compia, senza preconcetti, un realistico approfondimento sulle strategie di rafforzamento delle Istituzioni europee“.
Patuelli: “Il 2024 inizia nel segno della ripresa”
Andando avanti nella sua intervista Antonio Patuelli ci tiene anche a parlare dell’inflazione, che è stata “la stella polare dell’impegno” delle banche al fine di evitare “una nuova recessione”. Oggi, infatti, la spinta inflazionistica si è “fortemente ridotta” anche in virtù della “riduzione dei tassi di mercato prima che la Bce abbia iniziato a ridurre i tassi ufficiali”. Si chiude, con il 2023, un anno che il banchiere ritiene essere stato “difficile e travagliato, con delle gravi incertezze internazionali”.
Di positivo, spiega Patuelli, c’è che il 2024 inizierà “con dei fattori economici che hanno potenzialità di ripresa“. Infatti, negli ultimi mesi “i costi energetici si sono ridotti: il costo del gas addirittura è diminuito del 59%, e anche quello del petrolio del 5%. I tassi di mercato sono nettamente diminuiti, anticipando le decisioni attese dalla Banca Centrale Europea: in particolare l’Irs a dieci anni, molto usato per i mutui, all’inizio di ottobre era del 3,52%, mentre il 27 dicembre si è ridotto in maniera rilevante al 2,38%; il tasso dei Btp a dieci anni, che il 18 ottobre era cresciuto al 4,99%, il 27 dicembre è rilevantemente sceso al 3,49%. Si tratta di fattori economici molto importanti”, conclude Patuelli, “premesse per più facili investimenti e, quindi, favorevoli alla ripresa dello sviluppo e dell’occupazione”.