Con la nuova legge di Bilancio 2024 come cambiano gli stipendi degli statali? Una domanda su cui si sono soffermati i colleghi de Il Gazzettino che attraverso il proprio sito online spiegano che gli aumenti saranno fino a 190 euro, per un totale di otto miliardi di euro per i contratti. Le risorse destinate al rinnovo dei contratti pubblici rappresentano, secondo Il Gazzettino, una delle principali sorprese della manovra del governo di Giorgia Meloni visto che un terzo delle risorse della legge di Bilancio è destinato a tale voce. Nel dettaglio si tratta di 5 miliardi di euro per i dipendenti statali più altri 3 per il comparto Sanità, quello che da tempo si trova in sofferenza a causa della fuga dei medici e del personale sanitario verso l’estero o verso il privato.
Una parte di queste somme sono già state anticipate ai dipendenti statali con le buste paghe di dicembre, mentre la restante verrà poi elargita nel corso dell’anno 2024. Ma vediamo qualche numero. L’indennità di vacanza contrattuale è stata aumentata di 6,7 volte, e i dodici mesi di riferimento sono stati versati tutti in una sola tranche. Per quanto riguarda gli aumenti degli stipendi “in soldoni”, stando a quanto specificato dalla relazione tecnica della legge di Bilancio, sarà del 5,8 per cento per 3,2 milioni di dipendenti pubblici, una cifra quindi che oscilla fra i 180 e i 190 euro al mese.
STIPENDI PUBBLICI, GLI AUMENTI CON LA MANOVRA 2024: OCCHIO AL CUNEO FISCALE
Affinchè però tale aumento arrivi in busta paga bisognerà negoziare il nuovo contratto con i sindacati. Nel contempo Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione, ha già firmato la direttiva per avviare le trattative e se tutto andrà come previsto a gennaio saranno convocati i primi tavoli con le principali sigle sindacali del settore per trovare la quadra.
C’è però una grande incognita che è quella del taglio del cuneo fiscale, che potrebbe azzerare gli aumenti di stipendio dei dipendenti pubblici che hanno un compenso compreso fra i 33 e i 35mila euro, e si tratterebbe di un numero molto elevato di statali: con un aumento del 5,8 per cento, supererebbero il limite dei 35mila che dà diritto alla decontribuzione, facendo perdere quindi il taglio del 6% sui contributi da versare all’Inps.