Il Tar della Lombardia è stato chiamato a decidere in merito alla sospensione di un anno dallo stipendio di un docente, punito per aver intrattenuto rapporti intimi con le studentesse. Secondo il Tar, l’università Bocconi ha perso tempo, cercando di aggiustare le cose in qualche modo invece di procedere direttamente con la punizione. La sanzione era stata stabilita dal consiglio d’amministrazione dell’ateneo il 15 giugno 2023, con effetti dal primo luglio. Il professore era stato accusato di aver tenuto comportamenti inappropriati e “intime e prolungate frequentazioni personali” con alcune studentesse “mentre seguivano il corso delle sue lezioni o preparavano sotto la sua supervisione la tesi”.
La sanzione della Bocconi è stata annullata perché arrivata al termine di un procedimento disciplinare che si è protratto oltre il limite di 180 giorni previsto dalla legge. L’università ricorrerà al Consiglio di Stato: secondo i giudici però “si è mossa al di fuori del quadro normativo, espletando una istruttoria de facto della condotta del docente, nel deliberato intento di non formalizzare le accuse e di gestire la vicenda internamente e invia confidenziale”, spiega Repubblica. Già dalla fine dell’estate del 2022, infatti, l’ateneo “era a conoscenza di tutti gli elementi fattuali necessari a muovere al docente una puntuale contestazione disciplinare, ma non l’ha fatto”, dando però “vita a un procedimento disciplinare ufficioso, durato pressoché sei mesi, avente ad oggetto le medesime condotte poi solennemente contestate” il 7 aprile 2023.
La Bocconi si difende: “Ecco perché abbiamo sanzionato il prof”
L’università si sarebbe mossa “fuori dai confini della legalità procedurale”, che “ha condotto a un eccessivo prolungamento dell’azione sanzionatoria e a un’intempestiva formulazione degli addebiti”. La Bocconi, dopo la sentenza del Tar, ha replicato che le proprie azioni “sono da sempre volte a tutelare il diritto delle studentesse e degli studenti, e di tutti i membri della propria comunità, di frequentare il proprio campus in sicurezza e tranquillità. Per questo l’università si è dotata, ispirandosi ai più elevati standard internazionali, di un honor code che disciplina i comportamenti virtuosi da adottare nell’ambito della propria carriera accademica, definendo come elementi essenziali per la formazione e la vita professionale delle persone l’etica e la responsabilità per la propria condotta e le proprie azioni”, spiega Repubblica.
Nel caso specifico, “nel rispetto della privacy e nell’ambito delle proprie prerogative, la Bocconi ha sanzionato il professore, allontanandolo dalle aule e dall’attività d’insegnamento e di ricerca per assicurare un ambiente sereno e privo di conflitti di interesse”. Il docente, difeso dagli avvocati Maria Luisa De Margheriti e Rocco Massaro, era stato accusato da due ormai ex studentesse. Per una delle due il professore avrebbe provveduto anche al “pagamento di spese per viaggi e alberghi in sua compagnia e bonifici sul suo conto corrente”, oltre ad aver “messo a disposizione abituale un ufficio dell’Ateneo”. Il docente si era difeso affermando che non si trattava di molestie sessuali, ma di “due relazioni sentimentali con studentesse, peraltro maggiorenni, consenzienti e non destinatarie di trattamenti preferenziali a livello accademico”.