Il 2024 sarà un anno ricco di novità anche nel mondo della scuola, infatti per il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sarà l’anno della svolta. Ad esempio, c’è la riforma dell’istruzione tecnica, visto che da anni le imprese lamentano di non riuscire a coprire centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ciò incide anche a livello di Pil e ha un impatto negativo sullo sviluppo del Paese, oltre che sulle opportunità dei giovani di trovare un lavoro coerente con talenti e abilità. «La riforma dell’istruzione tecnica e professionale prevede un percorso sperimentale innovativo che darà più opportunità lavorative, di maggiore successo professionale, ai nostri giovani, che troveranno più velocemente lavoro, e al tempo stesso consentirà al mondo produttivo di essere più competitivo», annuncia Valditara nell’intervista concessa al Messaggero. Dunque, si punta ad un collegamento stretto col mondo del lavoro, con imprese, industria, commercio e artigianato.
Il ministro parla della costruzione di «una filiera di quattro più due, che significa che gli anni di istruzione tecnica professionale saranno quattro ma saranno collegati, anche dal punto di vista del percorso formativo, con il biennio degli Its». Quindi, si accederà prima agli Its, ma anche all’università o direttamente al mondo del lavoro, senza rischiare una diminuzione della preparazione. «La riforma punta anzi da una parte al rafforzamento delle materie di base – italiano, matematica, inglese – dall’altra al rafforzamento dell’attività laboratoriale, dell’alternanza scuola-lavoro e del collegamento con il mondo delle imprese», aggiunge Valditara.
CONTRATTI CON IMPRENDITORI E SCAMBI CON ALTRI PAESI
La riforma prevede anche la possibilità di arricchire le specializzazioni, se mancano profili necessari tra i docenti. Quindi, le scuole potranno firmare contratti diretti con imprenditori, tecnici o manager per farli salire in cattedra per insegnare ai ragazzi. «Il nostro obiettivo è creare un canale di istruzione e formazione di serie A, per livelli di preparazione e chance di realizzazione professionale», spiega Giuseppe Valditara al Messaggero. Sono stati previsti anche scambi di istruzione con altri Paesi, l’internazionalizzazione avrà un ruolo chiave attraverso collegamenti con istituti esteri, stage e attività formative, sempre con attenzione a ricerca e innovazione. «Saranno percorsi di avanguardia, sulla base anche delle migliori esperienze europee. Percorsi che i ragazzi potranno completare se lo vorranno con gli Its, ovvero gli istituti di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che noi intendiamo valorizzare ulteriormente come del resto ci chiede la stessa Ue con il Pnrr».
L’altra novità è rappresentata dal liceo del Made in Italy, che permetterà agli studenti di sviluppare competenze imprenditoriali per promuovere e valorizzare specifici settori produttivi italiani. Con i nuovi indirizzi si partirà dal prossimo anno scolastico. Per quanto riguarda l’istruzione tecnico-professionale, si inizia con una sperimentazione, quindi le scuole interessate possono candidarsi entro il 12 gennaio. «Per il nuovo liceo del Made in Italy gli studenti si potranno iscrivere a partire dal 23 gennaio sulla piattaforma Unica. Per tutti gli altri indirizzi scolastici la data di iscrizione resta il 18 gennaio». Valditara smentisce che queste novità possano produrre una riduzione degli organici. «Tutto questo avverrà a invarianza di organico. Semmai consentirà maggiore personalizzazione della formazione».
SCUOLA, IN ARRIVO TUTOR E DOCENTE ORIENTATORE
Tra le novità per la scuola del 2024 c’è pure il tutor, figura che dovrebbe debuttare a gennaio. «Abbiamo formato 55mila tutor e orientatori, le scuole hanno provveduto nel frattempo a incaricarne una buona parte e ora si parte», spiega il ministro dell’Istruzione al Messaggero. E precisa che il compito del tutor è quello di coordinare i colleghi disciplinari per sviluppare un percorso personalizzato per ogni studente. A livello pratico, chi deve recuperare, potrà farlo anche in orario extra scolastico con docenti disciplinari, seguendo un percorso di potenziamento ad hoc. Chi è più avanti potrà arricchire il suo percorso formativo. «Per la prima volta il tutor viene pagato appositamente e anche i docenti disciplinari per questa attività di potenziamento e recupero verranno pagati di più». Il docente orientatore, invece, ha il compito di suggerire alla famiglia i percorsi formativi più adatti allo studente. A gennaio inizia poi la discussione in Parlamento del disegno di legge sul voto di condotta e attività di cittadinanza solidale, cioè lavori socialmente utili. «Il voto in condotta peserà di più in pagella. E cambierà l’istituto della sospensione perché non vorrà più dire stare a casa ma al contrario stare di più a scuola». Novità anche per gli insegnanti, visto che saranno chiusi due contratti.
Infine, Valditara assicura che la decrescita del numero degli alunni, dovuta al calo delle nascite, non porterà a tagli di classi e accorpamenti di istituti: «Le classi non saranno toccate né il servizio ridotto in alcun modo. Anzi, ci saranno più docenti a disposizione degli studenti. Abbiamo completato un impegno preso dal precedente governo con la Commissione Ue, e cioè il famoso dimensionamento». Quindi, quello che si farà è eliminare le reggenze e creare autonomia tra più scuole. «Prima il preside assumeva anche una reggenza di un altro istituto, adesso quel preside governerà entrambi gli istituti come titolare. Nessun taglio di classi, lo ripeto. Anzi il servizio migliorerà perché le scuole accorpate avranno la possibilità di avere un preside vicario».