Il governo porta avanti la sua battaglia contro l’evasione. A indicare la strada è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, secondo cui l’amministrazione finanziaria deve muoversi su tre direttrici: adempimento spontaneo, scambio di informazioni e ricorso all’intelligenza artificiale. Del resto, la lotta all’evasione rientra tra gli obiettivi del Pnrr. Infatti, nell’atto di indirizzo 2024-2026 inviato alle Agenzie e alla Guardia di Finanza, il titolare del Mef ha rilanciato il tema. Si punta all’incremento del 40% delle lettere di compliance inviate a cittadini e imprese e del 30% delle somme sottratte all’evasione fiscaleSole 24 Ore, questo vuol dire che le lettere da mandare ai contribuenti in “odore” di evasione sono circa 3 milioni e che il gettito aggiuntivo da adempimento spontaneo dovrebbe aggirarsi almeno sui 3 miliardi di euro.
Le lettere di compliance vengono inviate quando il Fisco, incrociando i dati tra quanto dichiarato e quanto versato, riscontra una divergenza tra le informazioni. Importante è la procedura di individuazione dei soggetti a cui mandare le lettere di compliance, cercando di migliorare progressivamente gli algoritmi di selezione così da contenere e possibilmente ridurre i casi dei cosiddetti “falsi positivi”. Questo vuol dire migliorare la qualità dei controlli preventivi del Fisco. Le indicazioni del ministro Giorgetti sul contrasto alle frodi non cambiano. I controlli dell’Agenzia delle Entrate, di Dogane e Guardia di Finanza dovranno essere sempre più efficaci e orientati verso i fenomeni più insidiosi, come frodi Iva ed evasione fiscale internazionale.
EVASIONE FISCALE, MANCANO OLTRE 83 MILIARDI TRA TASSE E CONTRIBUTI
L’obiettivo del governo per il prossimo triennio è quella di una riduzione costante del tax gap, la differenza tra quanto lo Stato auspica di incassare e quanto poi versano i contribuenti. Sulla base dei conti pubblici aggiornati all’autunno 2023 con i dati delle ultime rilevazioni Istat emerge che tra tasse e contributi nel 2021 gli evasori hanno evaso 83,6 miliardi. Di questi, 73,2 miliardi sono da attribuire a «mancate entrate tributarie» e 10,4 miliardi sono evasioni contributive. Rispetto al 2020, il tax gap è sceso di 2,7 miliardi (-3,1%), di cui 2,2 miliardi sono recuperi di tasse e imposte (-2,9% rispetto al 2020) e l’altro mezzo miliardo è recupero di contributi non versati (-4,3% rispetto al 2020).
Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, in cinque anni, cioè dal 2016 al 2021, il tax gap si è ridotto in totale di oltre 24 miliardi. La frenata registrata riguarda il gap Irpef, che anziché scendere cresce di poco più di 2 miliardi. Di questi, 100 milioni sono relativi a lavoratori in nero, il resto all’imposta dovuta da autonomi e imprese in regime di flat tax. Invece, scende il gap Iva (-3,9 miliardi), quello legato agli affitti (-336 milioni) e all’Imu (-135 milioni). Invece, restano stabili i differenziali tra tasse attese e quelle realmente incassate come Ires (+33 milioni), Irap (+86 milioni) e accise (+31 milioni). Invece, è registrato in salita il gap legato a servizi professionali, scientifici, tecnici e di supporto alle imprese (+1,2 punti percentuali).