L’Epifania, recitava un vecchio adagio, tutte le feste porta via facendo tornare, ad esempio, i ragazzi a scuola. Ragazzi che sono “giudicati” dalla Befana che, almeno una volta, portava tanto carbone ai bimbi cattivi.
Viene da chiedersi se, proprio pensando ai nostri giovani, anche la politica e i Governi meritino o no lo stesso “regalo” per quello che fanno o non fanno per le future generazioni lavorando, o meno, sulle disuguaglianze intergenerazionali e su come colmare i divari esistenti.
Recenti studi, a livello europeo, ci raccontano, infatti, che se ci sono tendenze sociali intergenerazionali che sono cambiate in modo significativo negli ultimi 15 anni, altre sono rimaste stabili, sebbene con diversi risultati inaspettati a livello europeo, come, ad esempio, la percentuale invariata di giovani “mammoni” che vivono con i genitori. Allo stesso tempo si registra come, nonostante la recente crisi del costo della vita, la percentuale di persone con difficoltà ad arrivare a fine mese rimanga notevolmente inferiore rispetto a dieci anni fa.
I dati più nuovi evidenziano, in particolare, come le dinamiche del reddito tra la popolazione più anziane siano influenzate in maniera significativa dall’efficienza del sistema di protezione sociale goduto nel corso della vita, mentre quelle tra i gruppi più giovani siano per lo più legate al lavoro.
Poiché è probabile che queste tendenze persistano in una società europea che, per molti aspetti fortunatamente, invecchia, sarà fondamentale che i politici si concentrino, sempre più e “meglio”, sulle politiche favoriscono il miglioramento della partecipazione dei giovani al mercato del lavoro nel lungo termine al fine di rafforzarne la loro sicurezza economica e, quindi, “sociale”.
Gli stessi dati rilevano, per tutte le fasce d’età, come a livello europeo vi sia una maggiore consapevolezza che in un mercato del lavoro più forte, una percentuale inferiore di persone avrà, come già detto, minori difficoltà ad arrivare a fine mese rispetto al recente passato, e che impatto delle donne nei posti di lavoro, e allo stesso tempo i loro redditi, siano fondamentali per definire politiche in grado di rafforzare la dimensione sociale dell’Europa, e dei Paesi membri.
Emerge, tuttavia, la necessità che non cali l’attenzione sottolineando l’importanza della lotta alle, vecchie e nuove, disuguaglianze. I nostri ragazzi rischiano, ahimè, di essere, alla fine, uno degli anelli più deboli, e fragili, del sistema.
Per evitare, insomma, di ricevere anche il prossimo anno il poco amato carbone c’é da auspicare che, come ricordato anche dal Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno, si lavori tutti, a partire dall’Esecutivo Meloni, per costruire politiche, e misure, efficaci, e sostenibili, per le nuove generazioni e far sì che i buoni propositi di ogni inizio anno si trasformino in scelte concrete.
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