L’appuntamento a tavola resta il cuore delle Feste di fine anno. Lo dimostrano i numeri diffusi da Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) che certificano come i nostri connazionali non abbiano rinunciato a pranzi e cene nei tanti ristornati aperti lungo tutta la Penisola. Che, anzi, hanno fatto registrare dati in crescita.
In particolare, a Natale a scegliere il fuori casa – dice Fipe – sono stati circa 5,4 milioni di italiani cui si devono aggiungere anche gli stranieri. Un dato in aumento del 10,2% rispetto allo scorso Natale, destinato a premiare i 90.000 esercizi che hanno deciso di rimanere aperti. Un nutritissimo manipolo di locali, dunque, che rappresenta il 66,2% degli esercizi attivi nel Paese e che si è peraltro ingrossato dell’1% rispetto al 2022.
Dal punto di vista economico, nelle casse della ristorazione il 25 dicembre ha portato ben 400 milioni di euro, il 15% in più rispetto all’anno precedente. Il che – osserva Fipe – corrisponde a una spesa media a persona di circa 74 euro, destinato per lo più a un menu “tutto compreso”, formula proposta nell’83,2% dei locali, articolata di norma in sei portate, selezionate all’insegna della tradizione.
A festeggiare, invece, la fine dell’anno in uno dei 75.000 ristoranti aperti la notte di San Silvestro sono stati 4,6 milioni di persone, il 2,2% in più rispetto all’anno precedente, per una spesa complessiva di 433 milioni di euro, in crescita del +4,6% rispetto al 2022. Al risultato ha contribuito per lo più un’offerta strutturata sulla sola cena: questa è infatti l’opzione proposta dall’84,1% degli esercizi per una spesa media di 94 euro a persona. Non è però mancata neppure l’organizzazione di veri e propri veglioni con spettacoli e musica, proposti dal 16% dei ristoranti, il cui costo si stima aggirarsi intorno ai 121 euro a persona. Unico neo, il Capodanno 2023 ha convinto meno esercenti a tenere le serrande aperte rispetto al 2022: quest’anno ha infatti prestato servizio il 56,7% dei locali, contro il 59,1% di quello passato.
“I ristoranti confermano di essere un punto di riferimento per il pranzo di Natale e il cenone di fine anno – afferma Luciano Sbraga, Direttore del Centro Studi di Fipe-Confcommercio -. E i prezzi in moderata crescita provano che neppure nelle occasioni di grande appeal le imprese del settore adottano politiche commerciali disinvolte”.
Il positivo trend di presenze nel fuori casa stimato per queste Festività rafforza peraltro l’andamento del comparto già registrato nell’ultimo mese dell’anno. “Dicembre, che da solo vale poco meno del 10% del fatturato della ristorazione – commenta il Presidente Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani – anche quest’anno conferma le aspettative delle imprese pur in presenza di un contesto complicato. Il ciclo economico è infatti in rallentamento e il quadro internazionale continua ad alimentare condizioni di incertezza che non favoriscono né la crescita né i consumi. Per fortuna la bolla inflazionistica sta rientrando e con essa dovremmo contare anche su una politica monetaria della Bce meno restrittiva”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.