Pronto l’accordo per il salvataggio di Stato dell’ex Ilva. A poco più di due giorni dall’incontro clou a Palazzo Chigi, gli azionisti Arcelor Mittal e Invitalia avrebbero prodotto una bozza preliminare di accordo per esaminare e definire i dettagli tecnici, finanziari e di governance per arrivare ad un concreto intervento che possa garantire la continuità aziendale del gruppo siderurgico. Questo incontro preparatorio è andato in scena ieri pomeriggio. Stando a quanto riportato dal Giornale, ci sarebbero stati «passi avanti utili». Infatti, sarebbero stati definiti a grandi linee scenari e opzioni di ricapitalizzazione di una vertenza che da mesi sta lasciando in apprensione oltre 10mila lavoratori e tutto l’indotto. Starebbe prevalendo una soluzione importante, non un intervento tampone.
L’ipotesi più accreditata è che si arrivi a 1,3 miliardi per il rilancio tramite l’acquisto degli impianti e il ritorno alla bancabilità del gruppo. Le modalità non sono state ancora definite, ma l’impegno statale sarà determinante dal punto di vista finanziario. Infatti, Arcelor Mittal si avvia verso un graduale disimpegno che porterà l’ex Ilva a diventare una società nazionalizzata a tempo. L’ingresso di altri soci è ritenuto molto probabile, seppur lontano. Il nuovo azionista privato dovrà avere le competenze necessarie per ristrutturare l’ex Ilva ed essere esente da problemi di sovraesposizione produttiva, scongiurando così l’intervento dell’Antitrust nazionale o europea.
SALVATAGGIO EX ILVA: SUL TAVOLO ANCHE L’IPOTESI ESTREMA DELLO STATO OLTRE IL 60%
Il faccia a faccia di ieri è avvenuto tra il capo delle fusioni e acquisizioni del gruppo Ondra Otradovec e l’amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, alla presenza dei tecnici dei ministeri italiani coinvolti nell’operazione di salvataggio di Acciaierie d’Italia. Invece, lunedì i ministri Raffaele Fitto, Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano si confronteranno con i vertici di Arcelor Mittal. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, a rappresentare la famiglia Mittal dovrebbe essere Aditya Mittal, amministratore delegato e figlio del tycoon della siderurgia Lakshmi.
Lo stesso quotidiano precisa che non ci sono conferme e cita fonti istituzionali vicine al dossier quando riferisce che nell’incontro di ieri sono state esplorate tutte le ipotesi tecniche, anche quella più estrema della salita dello Stato oltre il 60% per l’ex Ilva. Questa opzione si verificherebbe se i 680 milioni di euro già dati sotto forma di finanziamento l’anno scorso venissero convertiti da Invitalia in capitale e Arcelor Mittal, a quel punto, preferisse non apportare nuova liquidità, lasciando il compito al veicolo pubblico di garantire altri 320 milioni. In tal caso, i porrebbe il tema di governarnce e di tutela della minoranza privata. A prescindere dall’esito dell’incontro di lunedì, serviranno altre settimane per riscrivere i contratti e far confluire i soldi in Invitalia.