Giuseppina, 80 anni, è stata truffata e tenuta in ostaggio in Romania per otto anni dalla sua badante, che intanto si era appropriata della sua casa e aveva preso possesso del suo conto. A raccontare quanto accaduto è stata la malcapitata stessa a Storie Italiane. “Io in quel periodo avevo avuto una forte depressione, avevo la testa vuota e mi fidavo ciecamente di lei. Era da poco morto mio marito Dante”, ha ricordato.
Inizialmente la badante era entrata nella loro casa per aiutare i coniugi nelle faccende. “La ragazza si era presentava bene, parlava poco ma dimostrava di volerci aiutare. Ci lavava i panni e ci cucinava”. Poi, con la morte del marito, l’anziana ha iniziato a stare male. “Un medico mi consigliò di allontanarmi da casa, di cambiare aria. Allora lei mi portò in Romania, inizialmente da turista. Per otto giorni visitammo il Paese, alloggiando in alberghi. All’ultimo, mi portò in una pensione orribile che pagava 500 euro al mese e mi lasciò lì. Mi davano da mangiare solo patate bollite e sughetto. Io avevo problemi intestinali, mangiavo solo per sopravvivere”, ha raccontato.
Anziana truffata e tenuta in ostaggio da badante in Romania: la storia di Giuseppina
La povera Giuseppina è rimasta nella pensione da incubo in Romania per un anno, poi la badante che l’ha truffata e tenuta in ostaggio la portò nella sua casa di origine. “Per altri sette anni ho vissuto con la madre di questa persona e col compagno di quest’ultima, che era malato di nervi e non doveva essere disturbato. Era un’abitazione fredda, col tetto di paglia. Potevo uscire solo in determinati orari. Ho anche imparato la lingua, anche se non riuscivo a seguire dei discorsi lunghi”.
La badante, intanto, era rientrata in Italia e viveva a spese dell’anziana, nella sua casa. L’incubo è finito soltanto per caso. “Io ho scoperto tutto dopo otto anni. A luglio dello scorso anno sono tornata nel mio paese per degli accertamenti medici. In quel momento mi sono resa conto che i suoi cagnolini facevano i bisogni nella mia terrazza. Ho capito che qualcosa non andava, così li ho fatti uscire. Mi sono ribellata. Lei mi sgridò. Mi disse ‘Tanto questa non è più casa tua’. Ho chiamato quindi i Carabinieri. Si è scoperto che mi aveva fatto firmare una procura per usare i miei conti. Io ero nuda e cruda, non avevo più manco i vestiti. La mia fortuna è stata che le prenotazioni delle visite mediche fossero lunghe”.