Continuano i disordini in Ecuador generati dall’evasione dal carcere del narcos Adolf Macias e l’istituzione dello stato d’emergenza da parte del governo presieduto da Daniel Noboa. Rimane ancora ufficialmente ignoto il bilancio delle vittime, non ancora reso noto dalle autorità ecuadoriane, mentre i media parlano di almeno 13 morti stando alle informazioni diffuse fino a questo momento dalla polizia e dalle amministrazioni locali.
Contestualmente, sempre a causa dei disordini in Ecuador, sono state arrestate 70 persone, legate a vario titolo a diversi tipi di attentati e attacchi terroristici. La maggior parte dei governi mondiali, invece, Italia inclusa, hanno espresso il loro cordoglio ed offerto, nel caso si rivelasse necessario, aiuto e supporto al governo ecuadoriano. Il vicino Perù, invece, nel tardo pomeriggio ha deciso di inviare le sue forze speciali di polizia al confine con l’Ecuador, pronte a fornire supporto, ma anche a prevenire la fuga dei narcos e dei gruppi armati. (Agg di Lorenzo Drigo)
STATO D’EMERGENZA IN ECUADOR: PRESIDENTE NOBOA ANNUNCIA “GUERRA AI NARCOS”
Continua il caos e l’ondata di violenza in Ecuador, dopo che Adolf Macias, boss del narcotraffico, è evaso dal carcere di massima sicurezza di Guayaquil. Come si legge su RaiNews, il presidente Daniel Noboa ha dichiarato “il conflitto armato interno” e la “guerra ai narcos”, ordinando l’evacuazione del Parlamento e di tutti gli edifici pubblici di Quito, la capitale, una crisi di sicurezza che arriva a meno di due mesi dal suo insediamento. Intanto otto persone sono morte e due sono rimaste ferite a seguito di una serie di attacchi armati che sono stati registrati in diverse zone della città, così come fatto sapere dal sindaco Aquiles Alvarez. Registrate anche rapine, saccheggi e sparatorie in aree commerciali, e diversi individui hanno sparato contro i veicoli che circolavano provocando la morte di cinque persone e ferendo anche uno studente.
Un gruppo armato ha invece fatto irruzione in un magazzino di pezzi di ricambio, uccidendo tre persone. Incidenti anche nelle carceri dell’Ecuador, con alcune guardie penitenziarie che sono state prese in ostaggio, come risposta alla fuga del boss Macias e a tre giorni dall’arresto di Fabricio Colon Pico, boss dei Los Lobos, accusato dalla procuratrice generale Diana Salazar di volerla uccidere. Pico, temendo di essere trasferito in un carcere di massima sicurezza, ha appunto aizzato delle sommosse carcerarie e delle manifestazioni in suo favore, e a Riobamba, a 200 chilometri a sud di Quito, si sono registrati proprio dei sit-in in favore dello stesso boss, con decine di persone che hanno bloccato le strade con slogan ‘non attentate alla sua vita. no al trasferimento’.
ECUADOR, STATO DI EMERGENZA: SACCHEGGI, RIVOLTE E 8 MORTI: LE PREOCCUPAZIONI DEGLI USA
Sulla vicenda si è espresso anche il Dipartimento di Stato americano che si è detto “estremamente preoccupato” per i numerosi episodi di violenza in Ecuador, che ha poi portato il presidente a dichiarare lo stato di emergenza e a schierare i militari.
“Estremamente preoccupato per le violenze e i rapimenti di oggi in Ecuador”, le parole via X di Brian Nichols, massimo diplomatico statunitense per l’America Latina, precisando che i funzionari americani “rimarranno in stretto contatto” con la squadra del presidente Daniel Noboa.