Continuano le indagini in Vaticano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Lo assicura Alessandro Diddi, promotore di giustizia vaticano e titolare del fascicolo aperto nel gennaio scorso dopo alcune richieste presentate dalla famiglia della cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 a Roma, mentre rientrava a casa dopo le lezioni di musica. «In Vaticano indagheremo sul caso Orlandi finché non sarà chiuso», dichiara Diddi all’Ansa. Ad un anno dall’apertura dell’inchiesta, spiega: «Stiamo continuando a lavorare e a differenza dell’Italia noi non abbiamo limiti di tempo, il sistema è più garantista per la persona offesa: per cui finché il caso non è chiuso continueremo a lavorarci».
Diddi ricorda anche che sull’inchiesta c’è la «collaborazione» della procura di Roma. «Continueremo ad indagare», ribadisce. Resta perplesso Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, che ai microfoni di Radio Cusano Campus ha presentato la manifestazione che si terrà sabato a Roma, in occasione del compleanno della sorella, che il 14 gennaio 2024 compirebbe 56 anni.
SCOMPARSA EMANUELA ORLANDI, L’APPELLO DI PIETRO AL PAPA “ALZI LA VOCE”
«Papa Francesco sicuramente sa cosa è successo a mia sorella, come lo sapevano Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Bergoglio sa cosa è accaduto altrimenti non mi avrebbe detto “Emanuela sta in cielo, Emanuela è morta”», è tornato a dire Pietro Orlandi. Il fratello di Emanuela Orlandi chiarisce che la manifestazione a Roma serve «a spingere, per accelerare i tempi per la formazione della Commissione parlamentare d’inchiesta visto che purtroppo ancora non si è mosso praticamente nulla». Di positivo per Pietro Orlandi c’è che «il presidente della Camera Fontana ha inviato delle lettere ai capigruppo sollecitandoli ad accelerare i tempi, a inviare i nomi di chi dovrà far parte della stessa Commissione. In tal senso, so che qualche partito lo ha già fatto prima di Natale. Adesso mi auguro che faccia altrettanto il presidente del Senato La Russa».
Il timore della famiglia di Emanuela Orlandi è che qualcuno rallenti i lavori della Commissione, «per effetto di pressioni subite dall’esterno da parte di chi questa Commissione non la vuole. Il Vaticano in primis e tutti coloro che gli sono asserviti». Infine, tramite i microfoni di Radio Cusano Campus, Pietro Orlandi rivolge un appello a Papa Francesco: «Non si è mosso nulla quindi se ci tiene veramente, il Pontefice alzi la voce perché il Vaticano non sta facendo quello che Papa Francesco ha chiesto. In realtà adesso secondo me la Procura vaticana sta indagando solo per trovare una verità di comodo».