Nessun calo delle risorse destinate ai giovani. Il ministro Andrea Abodi, a La Stampa, spiega: “A noi risultano cifre diverse, anche se il dato si deve ancora assestare. Sui giovani ci stiamo confrontando con il ministro Fitto per alcuni progetti finanziati con il Pnrr e un’ulteriore opportunità è rappresentata dall’assestamento di bilancio, dove avremo modo di intervenire ulteriormente. Per ora considererei il giudizio sospeso”. Sul servizio civile c’è stato un dimezzamento delle posizioni ma secondo il ministro quella che emerge non sarà la “dimensione economica totale” ma un quadro ancora parziale. “Al bando di 52.236 posizioni appena licenziato si sommeranno le altre che arriveranno dagli altri tre dedicati al servizio civile digitale, ambientale e agricolo, al quale mi auguro si aggiungerà anche quello turistico”.
Alla fine del processo, secondo Abodi, si avranno altre 8mila posizioni che porteranno il totale a circa 60mila. “Ci siamo assunti l’impegno di stabilizzare il numero dei posti disponibili e sono certo che questo impegno verrà rispettato. Comprendo le preoccupazioni di chi opera nel settore ma c’era stato un calo di domande che rifletteva una crisi che stiamo affrontando con un maggiore orientamento alla specializzazione” spiega a La Stampa.
Abodi: “Disturbi alimentari? Il tema non va sottovalutato”
Lo scorso marzo Abodi ha proposto la creazione di una banca dati per inquadrare la cittadinanza attiva: “Abbiamo raccolto i 250 mila questionari che ci sono stati inviati e li stiamo rielaborando. Entro febbraio valorizzeremo queste informazioni che saranno poi messe in collegamento con ‘Giovani 2030’ che diventerà la piattaforma delle opportunità. La banca dati sarà anche collegata alla Carta Giovani Nazionale. Questo è l’ecosistema che stiamo creando, arricchito dai progetti Rete per offrire da un lato formazione e orientamento al lavoro e dall’altro socialità e contrasto alla dispersione scolastica attraverso lo sport gratuito” sottolinea a La Stampa.
Nella legge di bilancio è intanto scomparso il Fondo per la lotta ai disturbi alimentari: “È una questione che voglio approfondire. Vorrei capire se questa voce non esiste più perché è stata inglobata in altri elementi o se deve essere rifinanziato. Il tema non va sottovalutato, siamo consapevoli che è necessario intervenire su questa drammatica manifestazione del disagio giovanile. Peraltro, stiamo irrobustendo tutta una serie di attività per contrastare vecchie e nuove dipendenze che hanno un impatto crescente sulle nuove generazioni”.