Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime della strage di Erba (Raffaella Castagna e il piccolo Youssef), sarà in aula a Brescia, il 1° marzo prossimo, per l’udienza sulla revisione del processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi. Da anni, dopo aver inizialmente creduto nella sentenza che li ha giudicati colpevoli – al cui esito scontano l’ergastolo in via definitiva -, il tunisino sostiene la loro estraneità al massacro dell’11 dicembre 2006 in cui fu distrutta la sua famiglia.
“Olindo e Rosa sono innocenti“, ripete Marzouk come un mantra lasciando intendere, tra le righe, di avere qualche informazione utile a riscrivere la storia di uno dei casi giudiziari più dibattuti della storia italiana. Il marito di Raffaella Castagna, che nella strage di Erba perse anche la suocera Paola Galli (vittima insieme alla figlia, al nipotino e alla vicina di casa Valeria Cherubini) fu il primo a sollecitare la revisione del processo chiedendo nuove indagini, restando in sostanza inascoltato nel merito ma incassando l’accusa di calunnia che lo ha portato a processo (poi assolto). Il suo avvocato, Solange Marchignoli, ha confermato che sarà presente all’appuntamento in aula che si terrà tra poche settimane, quando i coniugi Romano-Bazzi compariranno davanti ai giudici chiamati a decidere sull’eventuale apertura di un nuovo giudizio.
Azouz Marzouk “difende” Olindo e Rosa: “Mio figlio troverà pace solo quando si conoscerà la verità”
“Mio figlio troverà pace solo quando si conoscerà la verità, in carcere ci sono due innocenti“. È con queste parole che Azouz Marzouk torna in scena, insieme al suo bagaglio di dubbi sulla strage di Erba, quando le cronache sono infuocate più che mai per l’ipotesi che si torni di nuovo a processo e che i due coniugi, all’ergastolo in via definitiva dal 2011 (e in cella da 17 anni) per il massacro, guadagnino la libertà con una clamorosa assoluzione. “Siamo parti offese e in linea con la richiesta di revisione fatta dal procuratore Tarfusser e dall’avvocato Schembri. Lui per primo disse che Rosa e Olindo erano innocenti e questa cosa è stata considerata talmente grave che ha portato a un processo per calunnia, quindi lo diciamo senza paura“, ha spiegato l’avvocato di Azouz Marzouk, Solange Marchignoli.
Azouz Marzouk nel 2019 aveva presentato alla Procura generale di Milano una richiesta per l’acquisizione di nuove prove finalizzate alla proposta di revisione della sentenza di condanna emessa in via definitiva nel 2011 a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Un atto mosso dalla sua convinzione che dietro il massacro, per lui più simile all’azione di “un commando“, non potessero esserci i vicini di casa con cui pure ebbe pesanti attriti a ridosso della strage. L’istanza del tunisino fu dichiarata inammissibile e gli costò un processo per calunnia in quanto, in sostanza, avrebbe accusato la coppia di essersi autocalunniata confessando gli omicidi. Confessione che, come noto, marito e moglie hanno poi ritrattato. Azouz fu assolto. Nella sua storia c’è una condanna in primo grado per diffamazione ai danni dei fratelli di Raffaella, Pietro e Beppe Castagna, per alcune dichiarazioni in cui sosteneva l’ipotesi di un movente economico avanzando ombre sulla presunta matrice familiare. Marzouk fu anche il primo sospettato della strage di Erba: negli istanti in cui i soccorritori scoprivano l’orrore nella corte di via Diaz, i telegiornali nazionali parlavano di lui come dell’uomo “che ha sterminato la famiglia“. Un quadro demolito in poche ore dall’alibi di ferro del tunisino, in Tunisia al momento della mattanza. Si sarebbe convinto della non colpevolezza di Olindo e Rosa dopo aver letto le carte dell’inchiesta e oggi torna a ribadirlo.