John Kerry, il criticato inviato speciale per il clima scelto dal presidente USA Joe Biden, è pronto a dimettersi dal suo ruolo ufficiale, secondo alcune indiscrezioni che circolano da diversi giorni e che sono state, infine, confermate. L’annuncio da parte dell’inviato speciale al suo ‘capo’ era già stato fatto lo scorso mercoledì, ed è seguita, nella giornata di sabato, una riunione speciale con il suo team nella quale, probabilmente, ha definito i prossimi passi.
A quanto emerge per ora non è ancora stato definito chi sarà il successore di John Kerry, anche se alcuni ipotizzano che la posizione di ‘inviato speciale per il clima‘ rimarrà vacante almeno fino all’insediamento del prossimo presidente, che sarà eletto a novembre. Rimane incerto anche chi prenderà il suo posto nei prossimi eventi in cui è atteso, tra il World economic forum di Davos, in Svizzera, e la riunione dell’Agenzia internazionale dell’energia, in programma a febbraio a Parigi. Non vi sono neppure conferme rispetto a quello che farà nei prossimi mesi John Kerry, seppur molti suppongano che si concentrerà sulla campagna elettorale di Joe Biden per le presidenziali di novembre.
John Kerry e le critiche: “Ha emesso da solo 324mila kg di anidride carbonica”
Con le dimissioni di John Kerry si chiude, insomma, una nuova pagina per la lotta a favore del clima il cui esito appare sempre più incerto. D’altronde, infatti, la posizione di ‘inviato speciale per il clima’ era stata creata dal presidente USA Joe Biden appositamente per il suo fidato collaboratore al fine di rimediare agli errori commessi durante il governo di Donald Trump e l’aveva portato, in appena 3 anni, a partecipare a tre differenti Conferenze delle parti (Cop) ed era fautore del progetto di riduzione delle emissioni del 50% entro il 2030.
John Kerry, le cui dimissioni arrivano poco dopo quelle di Frans Timmermans, paladino del clima della Commissione Europea, e quelle di Xie Zhenhua, inviato speciale climatico della Cina (peraltro amico di Kerry, con il quale a novembre ha chiuso l’accordo di cooperazione tra USA e Cina in materia climatica). Per quanto, invece, riguarda l’inviato climatico statunitense, nel corso del suo mandato è stato più volte criticato a causa delle sue azioni contrarie alle dichiarazioni pro-clima. John Kerry, infatti, nel corso dei suoi primi 18 mesi da inviato per il clima ha usato il suo jet privato per un totale di 60 ore (in 48 viaggi diversi), emettendo più di 324mila kg di anidride carbonica.