Si avvicinano sempre di più gli attesti momenti delle Elezioni 2024 che vedranno, da un lato, l’inderogabile appuntamento con le europee e, dall’altro, per alcune regioni italiane e comuni, quello con le regionali e le amministrative locali. Ieri, infatti, ha iniziato a circolare una bozza di un decreto legge che sarà discusso in sede del Consiglio dei Ministri oggi, 16 gennaio, nel quale, riferisce chi è riuscito a visionarla in anteprima, si definiscono le date utili per le Elezioni 2024, oltre all’ordine degli scrutini. Vengono, inoltre, introdotte alcune novità che sono da diversi giorni oggetto di discussioni e richiesti, come l’atteso terzo mandato per i sindaci che governano in comuni con meno di 15mila abitanti.
Elezioni 2024: tutte le ipotesi sulla bozza del DDL
Il primo punto che viene definito dalla bozza del DDL dedicato alle elezioni 2024 è proprio quello del cosiddetto ‘election day‘, ovvero il giorno in cui gli italiani saranno chiamati a recarsi alle urne per esprimere le loro preferenze sui diversi candidati. Come giornante utili, si legge nella bozza, si potrebbe optare per sabato 8 giugno, dalle 14 alle 22, e domenica 9, dalle 7 alle 23. Occasione, questa, in cui si potrà votare sia per le europee, che per le regionali e le amministrative, ovviamente solo nelle Regioni e nei Comuni in cui sono previste.
Gli scrutini delle Elezioni 2024, continua la bozza, procederanno dando la priorità, già a partire da domenica 23 giugno, alla chiusura delle urne, alle europee, per poi proseguire nel giorno successivo, dalle ore 14, con le altre consultazioni. In questo secondo caso si darà priorità alle regionali, per poi passare, senza alcuna interruzione, allo spoglio delle schede per i sindaci e i consigli comunali e circoscrizionali. Nella bozza che definisce come si procederà per le Elezioni 2024, inoltre, sembrano trovate posto anche “disposizioni in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale”. Viene aperta, infatti, la possibilità di un terzo mandato anche per i sindaci dei Comuni fino a 15 mila abitanti, mentre rimane ancora esclusa l’ipotesi di allargarlo anche nelle realtà comunali sotto (o entro) i 5 mila.