A Uno Mattina il caso del neonato abbandonato in un cassonetto in provincia di Torino, e in collegamento vi era il dottor Adalberto Brach Del Prever, primario di pediatria e neonatologia dell’ospedale di Ciriè, che ha aggiornato circa le condizioni fisiche del piccolo: “Il neonato sta molto bene, è buone condizioni generali, gli screening sono tutti positivi e tutto procede in questo momento bene”. Il professore ha poi ricordato quali siano i metodi in Italia per partorire in anonimato: “Esistono in Italia circa una sessantina di culle per la vita che permettono di lasciare il bimbo in un ambiente riscaldato, senza telecamere di modo da non identificare la persona che lascia il neonato, e con il personale sanitario che è attivato h24 7 giorni su 7, è uno dei sistemi che può essere usato per lasciare un bimbo neonato da adottare in sicurezza”.
Ovviamente il modo migliore è quello di partorire in ospedale in assoluto anonimato: “Il sistema più valido è quello del parto in anonimato – ha proseguito Adalberto Brach Del Prever – che è possibile in tutti i punti nascita in Italia. La donna può essere seguita in maniera anonima e in riservatezza, non viene mai riportato il nome della donna, viene seguita durante tutta la gravidanza, poi il parto avviene in sicurezza. La legge tutela anche dal punto di vista giuridico donna e neonato di modo da avere la massima sicurezza”.
NEONATO TROVATO IN UN CASSONETTO A TORINO: “SIAMO DISPONIBILI ALL’ADOZIONE”
Intanto il padre del ragazzo che ieri ha trovato il neonato nel cassonetto, il signor Paolo Secondo Laforet, ha aperto ad un’adozione: “È un gesto difficile da spiegare – ha detto l’uomo, come riferisce l’Ansa – e spero che la mamma o chi è stato a fare questo gesto ci ripensi e vada in ospedale a cercare il suo bimbo. Le conseguenze da affrontare sono le cose minori in questo momento”.
“Quello che conta è crescere il bimbo e dargli un avvenire. Se non ha la possibilità – prosegue Laforet – noi siamo qua, se ha bisogno di aiuto lo facciamo volentieri, come se fossimo di famiglia. È un gesto molto difficile da capire – aggiunge sul fatto di vedere il bimbo lasciato nel cassonetto – forse portato dalla disperazione o da chissà che cos’altro”.