Il 19 gennaio di ogni anno, la Chiesa celebra San Macario il Grande, abate e monaco egiziano, ricordato anche come Macario l’Egiziano e considerato il fondatore degli Sceti, un importante gruppo monastico. Visse nel IV secolo d.C. e fu un fervente seguace del pioniere del Monachesimo, Sant’Antonio Abate.
La vita di San Macario il Grande: un punto di riferimento per il monachesimo copto
Macario nacque nel 300 nell’Alto Egitto e trascorse la sua giovinezza prendendosi cura del bestiame. Nel tempo sentì sempre più forte la chiamata verso la vita ascetica, e decise così di ritirarsi in preghiera, svolgendo semplici lavori manuali come la fabbricazione di ceste in giunco.
Fu uno dei più affezionati discepoli di Sant’Antonio Abate e trascorse ben 10 anni seguendo il suo maestro e vivendo con lui.
Ritiratosi a vivere in un villaggio, fu accusato da una giovane ragazza di averla messa incinta ma, quando si scoprì che aveva mentito, Macario si allontanò dalle lodi degli abitanti del luogo per ritirarsi nel deserto.
A lui si unirono numerosi discepoli, che divennero suoi figli spirituali, e fu così che nacque il gruppo monastico degli Sceti.
Fu sicuramente una grande guida spirituale e a lui sono state attribuite più di cinquanta omelie.
Nel 373 il vescovo ariano di Alessandria, Lucio, impose il suo esilio su un’isola del Nilo, e fu qui che creò un nuovo gruppo di discepoli.
Al di là delle sue opere personali e della notevole diffusione bibliografica, San Macario il Grande è ricordato soprattutto per l’importanza del suo monastero in quel periodo sia per quanto riguarda l’influsso intellettuale, che la storia della vita monastica in Egitto.
San Macario il Grande morì alla veneranda età di 90 anni presso la città di Scete; qui ancora oggi sono presenti quattro monasteri copti ortodossi in cui vive un numero importante di monaci, tra cui proprio il monastero dedicato al Santo.
Il patronato di San Macario il Grande in Italia: il paesino di Gramsci
San Macario il Grande è patrono della cittadina di Ghilarza, un comune italiano di poco più di 4.000 abitanti della provincia di Oristano, che nella seconda metà del XIX secolo divenne famoso per la fondazione di un importante circolo letterario a cui prese parte anche Antonio Gramsci, che proprio nella cittadina sarda trascorse la sua infanzia e adolescenza, e dove ancora oggi è possibile visitare la casa in cui ha vissuto, diventata un museo in onore di questa personalità così importante per la storia politica e culturale italiana.
Qui ogni anno il Santo patrono viene ricordato con la celebrazione della Santa Messa a cui seguono una serie di spettacoli culturali, con balli e concerti, guidati dal gruppo folkloristico del luogo che attirano fedeli da ogni parte della provincia.
Gli altri Santi del giorno
Il 19 gennaio la Chiesa celebra anche: i Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface, martiri a Roma; San Catello, vescovo; San Bassiano, vescovo; San Germanico, martire; San Macario l’Alessandrino, monaco; Beato Marcello Spinola y Maestre, vescovo; Sant’Arsenio di Corfù, vescovo; San Launomaro, abate di Corbion.