Olena Zelenska, moglie del Volodymyr presidente dell’Ucraina e, di conseguenza, first lady nazionale, ha rilasciato un’intervista per il Corriere mentre il marito è impegnato con il Forum economico di Davos. D’altronde, dall’inizio della guerra lei si è ritagliata il compito, centrale, di volto umano del potere ucraino, grazie anche alle sue ottime capacità comunicative, messe in campo soprattutto nel momento in cui gli aiuti nei confronti di Kiev stanno vacillando in tutto il mondo.
Partendo dalla guerra e dagli aiuti, Olena Zelenska ci tiene a ricordare come “dopo l’esplosione della centrale di olena, la comunità internazionale ha stanziato più di un miliardo e mezzo di euro” perché fu chiaro a tutti che “le radiazioni avrebbero raggiunto tutti in Europa”. L’invasione russa, secondo la first lady ucraina, è ugualmente “radioattiva e si diffonderà ben oltre l’Ucraina se non viene contenuta ora”. Inoltre, secondo Olena Zelenska, “le dittature di tutto il mondo guarderanno alla Russia come punto di riferimento” e lasciare sola l’Ucraina nella sua dura lotta, “significa accettare la sconfitta della democrazia“.
Olena Zelenska: “Nuove case e scuole per famiglie e bambini”
Negli ultimi due anni di guerra, spiega Olena Zelenska, “la maggior parte della nostra gente [ha iniziato a soffrire] di disturbo post-traumatico“, che secondo “un sondaggio che abbiamo condotto in 11 paesi” riguarda anche “fino al 40% [della popolazione] in Europa e negli Stati Uniti, anche se il conflitto si batte altrove”. Ragione, questa, utile per sottolineare ancora una volta quanto importante sia “prevenire le aggressioni dei dittatori nel mondo”.
Dal conto loro, racconta Olena Zelenska, hanno messo in campo un apparato di aiuto e supporto per il disturbo post-traumatico, che parte della “formazione di medici di famiglia, volontari, impiegati di banca e addetti ai trasporti sui fondamenti dell’assistenza psicologica. L’obiettivo è far sì che questo dolore non spezzi le persone”. Oltre a questo, sempre per supportare la popolazione, in larga parte rimasta senza case o servizi primari, come l’istruzione, Olena Zelenska spiega che “stiamo costruendo 80 nuove case“, e mentre “solo un terzo dei nostri bambini può studiare a tempo pieno, stiamo allestendo rifugi nelle scuole in modo che più bambini abbiano diritto a un’istruzione completa e di qualità”.