LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS: NUOVI ATTACCHI SU GAZA, SCONTRO SULLO STATO PALESTINESE
Entrati ufficialmente nel 105esimo giorno di guerra tra Israele e Hamas nel pieno del Medio Oriente, le ultime notizie rilanciate stamattina dai canali arabi di Al Jazeera riportano di un durissimo raid lanciato dalle forze israeliane in tutta la Striscia di Gaza. Sarebbero almeno 40 le persone uccise di cui 29 ecuperate all’ospedale al-Aqsa di Deir el-Balah e altre 12 portate al vicino ospedale di al-Shifa all’interno di Gaza City. I bombardamenti sono sempre continui ormai da giorni su Khan Yunis – a sud – e sulla città di Gaza dove Hamas continua a resistere nei tunnel e dove i civili ormai sono intrappolati.
Se in Israele prosegue la protesta contro il Governo Netanyahu per fermare subito la guerra ad Hamas e puntare sulla liberazione degli ostaggi, è proprio sulla fine del conflitto che si apre l’ulteriore terreno di scontro: negli soci giorni sia Hamas che lo stesso Netanyahu hanno “concordato” per una volta, sottolineando l’impossibilità di condurre la situazione della Striscia verso la formazione in futuro di due Stati (ovviamente per motivi opposti il “niet” dai palestinesi e dagli israeliani, ndr). Oggi è il portavoce del Presidente Abu Mazen (o Mahmoud Abbas), leader dell’Associazione Nazionale Palestinese, a ribadire quanto già gli Stati Uniti e l’ONU sostengono da tempo: «Non ci sarà nessuna sicurezza e stabilità nella regione senza l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente, con Gerusalemme Est come capitale nei confini del 1967». L’intera regione, ha aggiunto, «è sull’orlo di un’eruzione vulcanica a causa delle politiche aggressive perseguite dalle autorità di occupazione israeliane contro il popolo palestinese e i suoi diritti legittimi». Poche ore prima era stato il Premier Netanyahu a parlare spiegando come la guerra di Israele contro Hamas sarebbe durata ancora pochi mesi in quanto «raggiungeremo presto gli obiettivi».
GUERRA ANCHE SU MAR ROSSO E YEMEN, I NUOVI RAID USA CONTRO GLI HOUTHI: LA SITUAZIONE
Il problema però è che ormai la guerra Israele-Hamas non è più l’unico conflitto esistente in Medio Oriente, ma da essa si sono originati in questi 105 giorni diversi focolai bellici di difficile risoluzione ormai: dal sud del Libano con Hezbollah alle lotte intestine tra sunniti e sciiti fra Iran, Pakistan, Siria e Iraq, fino ovviamente alle situazioni incandescenti in Cisgiordania e sul Mar Rosso con gli Houthi. Proprio nelle ultime ore dallo Yemen viene data notizia di un altro attacco rivendicato dai ribelli filo-iraniani contro una nave americana, questa volta nel Golfo di Aden. I missili navali continuano ormai da settimane e a breve oltre alla coalizione Usa-Uk dovrebbe aggiungersi anche una missione europea in fase di approvazione nei prossimi giorni.
«Le forze armate yemenite confermano che una ritorsione agli attacchi americani e britannici è inevitabile e che ogni nuova aggressione non rimarrà impunita», rilanciano in una nota gli Houthi, riportata dal Guardian. Dal Pentagono la posizione sulla guerra Israele-Hamas e sul Mar Rosso resta la stessa, ovvero quella di non cercare lo scontro, «non intendiamo dire che siamo in guerra. Non vogliamo vedere una guerra regionale. Le nostre sono azioni difensive intraprese in conformità con gli ordini permanenti del Segretario e del Presidente». E proprio dalla Casa Bianca arriva tonante la risposta contro lo Yemen in merito alla guerra scatenata in “difesa” di Gaza a migliaia di chilometri di distanza: nuovo raid Usa contro obiettivi degli Houthi in Yemen, si legge dalla CNN stamane, con il Presidente Joe Biden che appena poche ore prima aveva rivendicato «i raid degli Stati Uniti contro gli Houthi continueranno fino a quando questi non fermeranno gli attacchi contro le navi nel Mar Rosso». Fino ad ora, ha concluso il Presidente Usa, «gli attacchi non stanno funzionando perché non sono riusciti a fermare gli Houthi». In merito alla commessa situazione attorno all’Iran, in conflitto con tutti i Paesi arabi che non appoggiano la causa palestinese nella guerra Israele-Hamas, Biden ha sottolineato «L’Iran non è particolarmente ben visto nella regione. Stiamo studiano la situazione, non so come andrà la cosa».