LUCIANO VIOLANTE, LE VIOLENZE A VICENZA E IL MONITO ALLA POLITICA (SPECIE AL PD) SULLE CONDANNE
Non ci può essere alcuna ambiguità nel condannare una violenza inaudita come quella vista sabato scorso alla Fiera dell’Oro di Vicenza, quando un gruppo di facinorosi centri sociali ha attaccato lo stand di espositori d’Israele causando danni e sopratutto 10 agenti di polizia feriti seriamente. Ne è convinto Luciano Violante, attuale presidente di Fondazione Leonardo e già Presidente della Camera nonché responsabile della Commissione Antimafia: intervistato dal “Messaggero”, arriva netta la condanna dell’ex politico contro i fatti di Vicenza specie per chi – a sinistra – non ha preso netta distanza dall’accaduto.
A domanda specifica sulle polemiche lanciate da Fratelli d’Italia contro la leader Pd Elly Schlein per la “scarsa” condanna sull’aggressione di Vicenza e in generale sulla tendenza di parte della sinistra radicale a lasciarsi andare in atti antisemiti, Violante replica: «di fronte alla drammatica situazione in corso occorrerebbero riflessioni rigorose». Secondo l’ex socialista, non è possibile confondere il governo Netanyahu, che pure può ovviamente essere criticato per il suo operato, con la «drammatica storia di Israele e del popolo ebraico». Anche davanti alla “sparata” di Schlein sull’Italia che fornisce armi ad Israele – “bufala” subito smentita da fatti prima ancora che dal Governo – è lo stesso Violante a condannare la critica: «Non diamo più armi a Israele dal 7 ottobre, come ha chiarito il ministro Tajani, perché la legge lo vieta per i Paesi in guerra».
“IL RISCHIO DELL’ANTISEMITISMO IN ITALIA C’È, ANCHE A SINISTRA”: COSA HA DETTO VIOLANTE
Secondo Luciano Violante, manifestare contro Israele «e i suoi cittadini è antisemitismo» e come tale esiste storicamente a destra, ma anche a sinistra: «ci sono tante sinistre come ci sono tante destre», spiega ancora al “Messaggero”, «Queste azioni estremiste sono gravi e pericolose. Mentre ci avviciniamo alla giornata della Memoria, ciò che è successo a Vicenza dovrebbe spingerci a essere ancora più vicini a Israele. Non necessariamente al suo governo». Il compito delle varie forze politiche parlamentare deve essere sempre teso ad isolare «le violente e i violenti», senza dunque aver alcuna ambiguità.
«Trovo incomprensibile che non si tenga conto di quanto è avvenuto il 7 ottobre», riflette ancora Violante nel chiedere a politica e società di “isolare” nettamente le frange più pericolose, estreme ed antisemite, «le violenze sulle ragazze, gli omicidi, i bambini decapitati da Hamas». Ovviamente in questo modo Violante non intende “giustificare” l’eccesso di reazione di Israele a Gaza, «nemmeno avallare il proposito di Netanyahu di salvare gli ostaggi e liberare la Palestina da Hamas: obiettivi che sono stati giudicati irraggiungibili da parte di tutti gli osservatori internazionali». Secondo Luciano Violante l’opinione pubblica è parte del problema sul fronte “antisemitismo” in quanto non tiene molto conto del peso che ha avuto e ha tutt’ora l’attacco del 7 ottobre contro Israele: «Mi dicono che il 7 ottobre è durato un giorno, mentre la reazione del governo israeliano dura da oltre tre mesi. Ma il 7 ottobre c’è stata una strage». Esattamente come la Notte dei Cristalli Infranti durante il Nazismo è durato un giorno solo ma ha cambiato per sempre la storia, con i successivi campi di concentramento, ecco che gli attentati dello scorso ottobre non possono essere presi “sotto gamba” neanche dall’opinione pubblica.