La Catalogna a breve si troverà a decidere se approvare la nuova legge sull’autodeterminazione di genere, chiamata ‘ley trans‘, e proposta dalla maggioranza di governo. Un testo che va in una direzione differente rispetto a molti altri stati europei, specialmente l’Italia, rendendo estremamente più facile la vita per coloro che non si riconoscono nel loro sesso biologico, prevedendo anche pesanti (pesantissime?) sanzioni per chi discrimina. Un testo, quello della Catalogna sull’autodeterminazione di genere, che sarà sottoposto alle osservazioni dei cittadini, che fino al 9 febbraio potranno proporre modifiche o commenti, per poi essere approvato dal governo ed, infine, passare al Parlamento e all’organo di controllo costituzionale, la Generalitat. Non si prevedono, nel lungo percorso, grossi intoppi o rallentamenti.
Catalogna: cosa prevede la nuova legge per cambiare sesso
Venendo al concreto della nuova legge sull’autodeterminazione di genere in Catalogna, il testo prevede un pilastro principale. Ai cittadini maggiorenni che non si riconoscono nel loro sesso biologico, infatti, sarà concesso definirsi come preferiscono, senza neppure il bisogno di trasmettere l’informazione all’anagrafe. Per i minori compresi tra i 12 e i 16 anni che, invece, troveranno l’opposizione dei loro genitori, sarà indetto un mediatore che avrà il compito che rendere la transizione più morbida per adulti e figli.
Qualsiasi trans over 18 che in Catalogna subisca discriminazioni, invece, potrà chiedere allo stato un sussidio simile al reddito di cittadinanza che durerà fino ai 23 anni d’età. Si prevede, poi, che nelle scuole e nei luoghi di lavoro siano previste ‘quote arcobaleno‘, ovvero posti riservati ai cittadini trans al fine di ridurre le discriminazioni. Ai trans sarà concesso anche gareggiare nelle competizioni sportive in base al sesso nel quale si identificano, accedendo anche a spogliatoi, docce e impianti sportivi dedicati. In Catalogna, inoltre, con la nuova legge, chiunque proponga a coloro che vogliono cambiare sesso terapie o programmi psicoterapeutici sarà punito con una multa da 300 a 500mila euro, mentre vi sarà anche una sorta di censura per chi professerà i ‘due gender’ con scopo discriminatorio durante interventi pubblici.